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I sardi di Torino: “Manca vera continuità territoriale”

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La musica delle launeddas guida i movimenti delle danze popolari. Sono gesti antichi, carichi della storia e dell’identità di una comunità che ama in maniera viscerale la propria terra. È un weekend di festa per la comunità sarda di Torino “Antonio Gramsci”, che venerdì 28 aprile ha celebrato il “Sa die de sa Sardigna”. La ricorrenza è dedicata ai “Vespri Sardi”, insurrezione avvenuta il 28 aprile 1794.  Un evento che si festeggia da oltre due secoli e, a Torino, non in un luogo qualsiasi. Ritrovo: piazza Palazzo di Città. 

Non è un caso perché la giornata ricorda il momento in cui il popolo riuscì ad allontanare proprio i piemontesi e il viceré Balbiano da Cagliari. Una rivolta che scoppiò quando il governo torinese decise di escludere i sardi da ogni impegno civile e militare, nel tempo in cui il mare non rappresentava un confine per il Regno di Sardegna.

Oggi come allora la comunità sarda fa sentire la propria voce, anche se le modalità e le richieste sono ovviamente cambiate. “Si tratta di un evento importante per noi, non solo in termini di tradizioni – spiega Enrico Laerte Corona, tra i dirigenti della comunità – Anche oggi abbiamo delle richieste e l’istanza principale che portiamo avanti è quella di ottenere una vera continuità territoriale. Ovvero chiediamo che ci siano delle tariffe agevolate per gli spostamenti aerei per i residenti e i sardi di origine. Inoltre, abbiamo voluto manifestare il nostro dissenso rispetto alle esercitazioni militari Nato che sono in corso in Sardegna”. 

La questione del dissenso sardo per le esercitazioni militari è di lunga data. Nella regione ci sono circa 35mila ettari di demanio miliare con le tre più grandi servitù militari d’Europa: Capo Teulada, Quirra e Capo Frasca. In occasione delle attività militari sono coinvolti oltre 20mila chilometri quadrati di mare con l’interruzione di navigazione e pesca. Una presenza pesante per la popolazione sarda, che torna a manifestare il suo scontento sull’Isola e anche oltre. 

E poi c’è il problema delle tariffe aeree che non agevolano gli spostamenti tra le due regioni. Su questo tema però ci sono degli sviluppi: “Abbiamo l’istanza aperta con la Circoscrizione 4 di Torino – racconta Laerte Corona – Verso la fine dello scorso anno il consigliere Francesco Pongiluppi, anche nostro dirigente, ha dato vita ad una raccolta firme alla quale hanno preso parte un migliaio di persone. Il suo ordine del giorno è stato approvato e ora aspettiamo che il Comune si faccia carico delle nostre richieste per portarle all’attenzione del ministero competente e fare in modo che anche Torino sia servita dalla continuità territoriale, così come Roma e Milano”. 

I prezzi dei biglietti aerei non solo influenzano il ritorno a casa dei sardi che vivono a Torino. Condiziona anche la scelta dei ragazzi che preferiscono andare a studiare in altre città invece che nel capoluogo piemontese. Una situazione che scontenta la comunità dedicata proprio ad Antonio Gramsci, che nel 1911 arrivò a Torino per iscriversi ai corsi della facoltà di Filosofia e Lettere. Durante l’incontro è stato dato ampio spazio alle parole dei più importanti autori sardi della letteratura, a partire da Grazia Deledda. Ma non solo sono stati citati gli intellettuali che rappresentano un orgoglio per la cultura sarda: anche i presenti alla manifestazione hanno voluto contribuire dando voce alle poesie scritte di proprio polso. Rigorosamente in lingua sarda.

E poi i festeggiamenti all’insegna delle tradizioni. La bandiera dei quattro mori che ieri sventolava davanti al comune oggi si sposta in via Musinè 57, sede della comunità sarda torinese. Andrà in scena la quarta edizione del torneo di morra, che vedrà sfidarsi coppie in rappresentanza di diversi paesi, da Ollolai a Nuoro, da Silanus a Florinas.

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