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Gli studenti dello Ied progettano Moonstone, il suv che può andare sulla luna

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Diciassette studenti di Transportation design, sette nazionalità diverse, in comune una visione proiettata verso il futuro. In sei mesi di lavoro hanno progettato e realizzato, in collaborazione con Mitsubishi, il crossover elettrico Moonstone, letteralmente “pietra lunare”. Effettivamente per le sue forme sembra un veicolo arrivato direttamente dalla luna, e in parte è così perché chi lo ha realizzato si è ispirato allo spazio. “Un modo nuovo di intendere la mobilità è possibile e Moonstone ne è la dimostrazione”, ha detto Paola Zini, direttrice dell’Istituto europeo di design (Ied) di Torino.

Il telo copre il suv prima della presentazione ufficiale, ma se ne intravedono le linee scolpite. Mitsubishi Moonstone è un’automobile moderna, silenziosa, massiccia ma aerodinamica. Il progetto, diventato la tesi di laurea dei diciassette studenti, è un suv 4×4 lungo 4,66 metri, largo 2 e alto 1,68, dotato di tre porte e quattro posti, capace di andare ovunque senza difficoltà grazie all’assetto rialzato e ai pneumatici all-terrain. È un concentrato di tecnologie, dai sensori LiDar sul cofano, utili per la rilevazione di oggetti durante la marcia, ai fendinebbia ben visibili, fino ad arrivare alle telecamere che sostituiscono i retrovisori. E soprattutto è un veicolo a zero emissioni pensato per il 2035, anno in cui si dirà addio ai motori a diesel e benzina in Europa. “Vogliamo che i nostri studenti siano parte del futuro, un futuro senza emissioni, diretto verso territori ancora inesplorati”, ha commentato Michele Albera, coordinatore del dipartimento di Transportation design. 

“Prevedere il futuro è impossibile. Non possiamo immaginare il futuro perché non riusciamo nemmeno a comprendere la contemporaneità. L’unica cosa che possiamo fare è muoverci nel presente e il modo migliore per farlo è rivolgerci alle nuove generazioni, che sono una connessione tra presente e futuro”, ha detto Riccaldo Balbo, chief academic officer di Ied. I diciassette ragazzi hanno risposto in modo positivo alla sfida lanciata dal marchio giapponese combinando in un unico progetto prestazioni elevate e la necessità di minimizzare l’impatto ambientale. Il risultato è il suv del domani, disegnato per percorrere paesaggi inesplorati.

“L’esperienza è stata veramente straordinaria perché eravamo in costante contatto con i designer di Mitsubishi; quindi, avevamo feedback costruttivi per arrivare al goal finale. Certo, a volte è stato difficile perché quando lavori con tante persone devi saper collaborare e metterci il tuo”, ha commentato Vincenzo Dimitrios Lamattina, uno degli studenti che ha lavorato al progetto. “Dobbiamo sempre cercare di immaginare, studiare e soprattutto essere disposti a trattare le nostre idee. Siccome si lavora in team tutti hanno idee diverse, ci si mette insieme, si discute e si studiano quelle migliori”, ha concluso lo studente Andrea Saba.    

La realizzazione di questo progetto è stata possibile grazie alla collaborazione tra i ragazzi, i responsabili dello Ied Riccaldo Balbo, Paola Zini, Michele Albera, il relatore del progetto Masato Inoue e il responsabile del centro stile Mitsubishi, Alessandro Dambrosio. Il concept sarà esposto al Mauto, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.

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