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Zeus, prevenzione per la violenza di genere

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Per contrastare la violenza di genere e i fenomeni di stalking è necessario puntare sulla prevenzione. Su questa convinzione si basa il protocollo Zeus, sottoscritto il 21 marzo in Questura a Torino. Il progetto mira a bloccare le recidive degli episodi di violenza sul nascere, riabilitando il soggetto, nella consapevolezza che tutelare le vittime significa anche rieducare i colpevoli.

L’importanza del protocollo è evidente se si guardano i dati. Sono stati 1550 i casi di violenze sessuali, stalking e maltrattamenti in famiglia in provincia di Torino nel 2022. Il picco si è avuto nel 2021 con 1.708 reati. E, confrontando il periodo tra il 2019 e il 2022, emerge un incremento del 7,9%, probabilmente correlato anche alle misure di restrizione in seguito alla pandemia.

Il percorso di riabilitazione, reso possibile dalla collaborazione tra la Questura e il Centro italiano per la promozione della mediazione (Cipm), mira a coinvolgere il maltrattante in un percorso che punta alla rieducazione. Il trattamento è volto a migliorare la gestione delle emozioni, nella convinzione che agire all’inizio della spirale della violenza sia decisivo per intervenire in modo efficace, evitando la degenerazione dei primi maltrattamenti.

“Cerchiamo di portare la persona a responsabilizzarsi. Siamo convinti che all’interno di una relazione affettuosa e intima gli atti violenti non siano il frutto di una perdita dell’autocontrollo ma dalla volontà di possedere e controllare l’altro – afferma la dottoressa Maggiori, vice presidente del Cipm -. Da una parte vogliamo responsabilizzare i sex offender quando il reato c’è già stato, dall’altra prevenire eventuali atti futuri nell’interesse delle vittime”. Il protocollo ha anche un focus sugli atti di cyberbullismo. “La fascia d’età a cui ci rivolgiamo in questi casi è diversa, si tratta solitamente di soggetti minorenni. Al di là del percorso che facciamo con l’ammonito, lavoriamo in un’ottica costruttiva con un’attenzione particolare anche alla vittima”, dice la dottoressa Maggiori.

Il protocollo è stato sottoscritto la prima volta nel 2018 dalla divisione anticrimine della Questura di Milano e il Cipm e attualmente è attivo in oltre trenta città italiane. Al Cipm operano psicologi, psicoterapeuti, criminologi e avvocati, garantendo un approccio multidisciplinare al tema. I dati confermano che l’ammonimento è una misura efficace. Chi inizia un percorso al Cipm abbassa di un terzo le possibilità di commettere reati in futuro. È necessario però tenere conto del fatto che non tutti i maltrattanti si presentano e, anche coloro che si presentano, non sempre concludono il percorso. A Milano la percentuale dei partecipanti è aumentata con gli anni e attualmente si attesta al 75%, obiettivo a cui punta anche Torino.

La sottoscrizione del protocollo Zeus segue quella precedente del 2019, firmata da Cepsi, Gruppo Abele, Centro studi e trattamento dell’agire violento e Cerchio degli uomini.

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