Ad ogni università le sue superstizioni. A Torino vietato salire sulla Mole, a Padova meglio evitare la Cappella degli Scrovegni prima della laurea. Il salto della siepe è invece di buon augurio alla Statale di Milano, però solo dopo aver indossato la corona d’alloro.
Ma “essere superstiziosi porta male”. Lo sostiene da anni il CICAP che dal 2009 organizza le Giornate anti-superstizione e usa l’ironia come principale arma. Quale giorno migliore di venerdì 17 alle 17.17, per ritrovarsi sotto la Mole Antonelliana e combattere i falsi miti una volta per tutte. Attenzione, una sfida verrà lanciata agli studenti più coraggiosi e una meritata ricompensa spetterà a chi salirà sull’ascensore del famoso simbolo di Torino. I temerari sfidanti riusciranno a laurearsi una volta toccata la cima?
È convinto di sì, Lorenzo Montali, vice presidente CICAP che afferma: “Il bisogno di controllo degli eventi fa parte di tutti noi e la superstizione ci illude di poterlo fare. Questo è un male perché costruisce una forma di fragilità”. Le superstizioni sono diffuse e un modo per combatterle è quello di focalizzarsi su strategie reali: un’ora in più di studio sarà più efficace dell’oggetto portafortuna il giorno dell’esame.
La giornata si svolgerà in contemporanea in altre cinque città universitarie, da Padova a Bari. Sfide, percorsi, conferenze, giochi e cene per trasmettere ciò che per gli esperti è un dato di fatto: “Quando qualcuno crede che un oggetto, una persona, una frase o un comportamento abbiano il potere di portare sfortuna non fa che condizionarsi, e così, ritenendosi sfortunato, altera inconsapevolmente il suo comportamento e finisce per provocare gli eventi sfortunati che tanto lo spaventano”, afferma Elisa Tealdi, del coordinamento gruppi locali CICAP.