All’istituto Beccari di Torino arriva il congedo mestruale. Le studentesse che soffrono di dismenorrea potranno assentarsi due giorni al mese senza l’obbligo di presentare il certificato medico. Si tratta di una deroga: le assenze non saranno conteggiate nel 25% massimo consentito ad allieve e allievi. La scuola del capoluogo piemontese è la seconda in Italia ad aver approvato la misura, dopo che un liceo di Ravenna aveva fatto da apripista a dicembre 2022.
Quella per il riconoscimento del congedo mestruale è una battaglia rilanciata nell’ultimo anno dalle studentesse che hanno deciso prendere di petto i tabù legati alle mestruazioni. Ma si tratta, per ora, solo di un primo passo. Almeno a livello italiano. Nel 2016, un disegno di legge aveva provato a introdurre questo strumento nel mondo del lavoro, ma senza esito positivo: la proposta di tre giorni al mese di permesso retribuito in caso di mestruazioni dolorose non ha avuto alcun seguito.
Se un lavoratore si ammala può allora assentarsi pur continuando ad essere retribuito, purché dimostri lo stato di malattia con un certificato medico. È un diritto che gli spetta per legge. Eppure, se una donna soffre ciclo mestruale particolarmente doloroso, questa tutela salta. Salvo che non lavori in uno dei pochi paesi al mondo che riconoscono il congedo mestruale. E quindi non in Italia.
Eppure, i disturbi mestruali sono più diffusi di quanto spesso si pensi. Secondo il Journal of Women’s Health, la dismenorrea tormenta circa tre donne su quattro durante la loro vita riproduttiva. Tende a ridursi con l’età, colpendo in maniera più accentuata le ragazze adolescenti tra i 15 e i 25 anni. In alcuni casi, i dolori sono così debilitanti da interferire con il normale svolgimento delle attività quotidiane.
Ma il caso italiano non è isolato. Anzi, è assolutamente in linea con lo standard europeo, se non mondiale. In Europa, a riconoscere questa tutela alle lavoratrici è solo la Spagna, che lo scorso 16 dicembre è diventata il primo paese membro ad approvare una legge sul congedo mestruale: dai tre ai cinque giorni al mese di astensione retribuiti al mese a chi soffre di mestruazioni invalidanti. Anche nel resto del mondo la misura non è ancora diffusa: la garantiscono il Giappone (dal 1947), l’Indonesia (dal 1948), la Corea del Sud (dal 2001) e Taiwan (dal 2013).
Diverse sono però le aziende che si sono mobilitate per accordare il congedo mestruale alle proprie dipendenti. Tra queste, l’americana Nike, l’indiana Zomato e la francese Labège. Anche in Italia qualcosa si sta smuovendo. Lo scorso settembre un’azienda veneta ha deciso di introdurre nel proprio welfare il congedo mestruale, garantendo alle proprie dipendenti che soffrono di endometriosi dolorosa un giorno di riposo al mese, retribuito e senza necessità di certificato medico.