La Guardia di Finanza di Torino, con una vasta operazione denominata “Carlo Felice” in tutta Italia, ha arrestato 10 persone, tutte facenti parte di una associazione per delinquere dedita al traffico di stupefacenti. Sette sono in prigione, tre agli arresti domiciliari. Ad alcuni dei destinatari delle misure viene peraltro anche contestata la condotta di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi da sparo.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la banda trafficava cocaina che veniva nascosta nelle forme di parmigiano. La quantità di droga sequestrata ammonta a oltre 100 chili e avrebbe generato introiti illeciti per più di 20 milioni di euro. I soggetti coinvolti operavano in molte regioni, tra cui Lombardia, Sicilia e Toscana. A capo del gruppo, attivo soprattutto in Piemonte, ci sarebbe stato un 37enne albanese. L’organizzazione, dotata di ingenti risorse economiche, secondo chi indaga, si avvaleva di collaudati sistemi per rendere riservate le comunicazioni e poteva contare su diversi luoghi adibiti a deposito di stoccaggio.
Come agivano i malavitosi
I metodi erano diversi. Uno di essi era l’approvvigionamento di elevate quantità di cocaina dall’estero, soprattutto dai Paesi Bassi, con successivo trasporto a bordo di autoarticolati. Lo stoccaggio, poi, avveniva in Piemonte e in altre zone del nord Italia. La droga veniva poi distribuita in varie regioni, tra cui Toscana, Sicilia e Sardegna attraverso corrieri, avvalendosi di un ampio parco macchine, sia di proprietà che a noleggio. Questi ultimi si sarebbero occupati anche del recupero del denaro ricavato da queste attività.
I sequestri di cocaina
Nel corso delle indagini i militari della Guardia di Finanza di Torino hanno intercettato e sottoposto a sequestro circa 100 chili di cocaina purissima rinvenuta ad aprile dello scorso anno dentro a un camper. Sono stati posti sotto sequestro anche altri 25 chili sempre di cocaina purissima rinvenuti a Asti lo scorso giugno, occultati dentro 5 forme di formaggio tipo grana padano-parmigiano, predisposte appositamente come carico di copertura. Questo stupefacente, se immesso sul mercato, avrebbe potuto fruttare oltre 20 milioni di euro.