La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

La normalità di migrazioni epocali: Linea d’Ombra e la rotta dei Balcani

condividi

“Dobbiamo prepararci a un futuro pieno di migranti” così Gian Andrea Franchi, prospetta anni sempre più critici. “Questo fenomeno non è transitorio, per ragioni politiche e climatiche. Ci saranno migrazioni enormi e dobbiamo prepararci ad accoglierle, se no il futuro sarà terribile”. 

Franchi, triestino d’adozione, ha fondato l’associazione Linea d’Ombra, che fornisce assistenza a chi attraversa la rotta balcanica. In tandem con la moglie Lorena Fornasir, i due accolgono i migranti nella piazza principale di Trieste insieme a una quindicina di volontari. Chi arriva nella maggior parte dei casi sosta per poche ore, per poi ripartire alla volta di Milano e soprattutto verso la Francia e la Germania. “Diciamo che su 100 migranti direi che circa il 70% vogliono andare verso il Nord Europa e non fermarsi in Italia. La polizia a volte fa finta di non vederli, ecco, noi ci occupiamo proprio di queste persone”.

Fornasir fornisce assistenza medica, cura soprattutto i piedi, spesso martoriati: “Di solito arrivano in condizioni fisiche molto provate, con piccole ferite in genere infette che rischiano di aggravarsi se non vengono curate” spiega Franchi. Che nel frattempo distribuisce “quello che serve per continuare il cammino”. Uno zainetto, un paio di scarpe e una maglietta. E ovviamente qualcosa da mangiare, perché “queste persone non hanno appetito, hanno fame, in certi casi non mangiano da diversi giorni”.

Il game

Il gioco della rotta balcanica, così viene chiamato. “Lo chiamano game perché mettono in gioco tutto, compresa la vita. Un gioco a tentativi, perché non si è mai sicuri di riuscire ad arrivare in Europa”. Dalla Turchia, lo sbocco naturale del Medio Oriente, passando dalla Grecia e poi dai Balcani, la rotta può durare anni. “Ci sono ragazzi che vengono respinti anche venti volte prima di arrivare in Italia, e quindi in Europa”. La frontiera più critica è tra la Bosnia e la Croazia. “Noi siamo stati 27 volte nel cantone terminale, la punta della Bosnia che entra dentro la Croazia. Alcuni di loro vengono marchiati con un cerchio rosso di vernice intorno alla testa, per riconoscerli alla frontiera. Il Mediterraneo è un orrore, ma ci sono tanti morti anche sulla rotta balcanica”.

In questo momento le migrazioni sono sul tavolo dell’Unione Europea

“Se ne stanno occupando ma in negativo, perché vogliono costruire strutture difensive. Queste persone vengono da Paesi devastati come l’Africa e il Medio Oriente, irrigidire le proprie posizioni significa scegliere una politica di morte”. 

Prospettive future?

“L’Europa non riconosce il fatto che da una decina d’anni è in atto una vera e propria strage. Al momento in Italia i respingimenti sono stati dichiarati illegali e quindi sono sospesi, ma almeno in parte avvengono di nascosto. La speranza è che i cittadini prendano coscienza dell’importanza di questo fenomeno e del fatto che non è transitorio”. 

Gian Andrea Franchi gioca con alcuni migranti appena arrivati a Trieste, agosto 2021

Articoli Correlati