“Non è solo questione di diritti, giustizia, uguaglianza. È questione di orgoglio per le nostre identità”. Il Torino Pride si avvicina e Marco Giusta, coordinatore della manifestazione, espone i temi e i diritti che saranno rivendicati in piazza sabato 18 giugno. Il Pride, con il motto “Queer e ora”, sfilerà tra le strade della città per dare voce alla comunità Lgbtqia+. E non solo. Sarà un Pride “più inclusivo rispetto al passato, più accessibile anche alle persone con disabilità e con difficoltà di sovraccarico sensoriale, per le quali disporremo dei tappi”, continua Giusta. Ma soprattutto sarà un Pride più politico. Tra le richieste che verranno portate in piazza c’è la legge per il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, una legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia, politiche più efficaci di contrasto alla violenza maschile e di genere, maggiori tutele per i migranti Lgbtqia+, matrimonio egualitario e la difesa della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
“Non possiamo essere soltanto una categoria che vince un pregiudizio – continua il coordinatore Giusta – ma è necessario che tutte e tutti quelli che non subiscono discriminazioni si facciano carico anche delle discriminazioni che vivono gli altri”.
Il Pride vedrà, come da diversi anni, una grande partecipazione delle istituzioni. E per la prima volta sarà supportato anche dall’Accademia Albertina. Alla conferenza di presentazione hanno partecipato l’assessore comunale alle Pari opportunità, Jacopo Rosatelli, il direttore dell’Accademia Albertina, Edoardo Di Mauro, il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, e quello del Politecnico, Guido Saracco, e la coordinatrice del Torino Pride, Angela Mazzoccoli.
“Torino è la storia del movimento Lgbt+ in Italia ed è anche un modello – afferma l’assessore Rosatelli –. Basti pensare al servizio Lgbtq+ della città che è un unicum nel panorama italiano. Torino sarà sempre al fianco di chi si impegna per una società libera da ogni pregiudizio, discriminazione e violenza, nella quale sia garantita pari dignità a ogni persona. Per questo abbiamo chiesto ai parlamentari eletti in Piemonte un intervento legislativo urgente che permetta il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie omognitoriali”.
Al Torino Pride, come di consueto, prenderà parte anche del mondo della cultura, in particolare l’Università e il Politecnico di Torino.
“Il nostro supporto al Pride – afferma Stefano Geuna, rettore di UniTo – significa sostenere una battaglia e testimoniare come la cultura e la scienza siano la cosa giusta per difendere i diritti e per costruire un mondo migliore. L’Università di Torino è stata la prima a introdurre il doppio libretto e la carriera alias. E il Pride è un ulteriore piccolo passo per facilitare la vita di tutte le persone”.
E non manca il sostegno del Politecnico. “L’università torinese è il luogo in cui ragazzi e ragazze, spesso provenienti da altre regioni e località, si emancipano e scoprono la propria identità – dice Guido Saracco, rettore del PoliTo –. Noi siamo attenti a questa dimensione, disponendo sportelli di supporto psicologico, ma la battaglia è molto più ampia. Spesso è nelle nicchie di povertà e di esasperazione che emergono comportamenti violenti. Attraverso la formazione, si possono aiutare le persone ad accettare la sfida della complessità e il fatto che la diversità è un valore aggiunto”.
Tra le strade di Torino, il grido “Queer e ora” risuonerà anche per l’istituzione di una legge contro l’omobitransfobia. “Chiediamo che il nostro Paese riapra la questione – spiega Angela Mazzoccoli, coordinatrice del Torino Pride – in modo tale che possa configurarsi come il primo passo verso il riconoscimento dei diritti della nostra comunità. Chiediamo anche un sostegno continuativo al centro antidiscriminazione PorTo Sicuro e alla casa di accoglienza ToHousing, che non hanno finanziamenti garantiti e necessitano di un sostegno economico per continuare la propria azione. Chiediamo infine il risconoscimento e la tutela giuridica delle familiari non monogamiche”.
La manifestazione partirà alle 16.30 da corso Principe Eugenio e procederà passando per corso San Martino, via Cernaia, via Pietro Micca, piazza Castello, via Po, fino a Piazza Vittorio, dove sarà allestito un palco. “Tutto quello che vogliamo – conclude Giusta – è essere felici e vivere in una società più libera”.