L’etimologia di salto – dal latino “salìre” – collega questo gesto all’atto dell’ascesa, ma anche del ballo. La componente giocosa e gioiosa del salto è preponderante: si dice “saltare di gioia” quando si reagisce a una bella notizia. Metaforicamente inteso, il salto è essenziale anche per un buon contenuto giornalistico. Il gesto, ma anche lo status mentale di “lanciarsi” – inteso come uscire da se stessi e dal proprio mondo di convinzioni, pregiudizi e stereotipi – e “buttarsi verso” qualcosa con l’obiettivo di comprendere i fatti, è un buon esercizio per chi vuol fare seriamente il mestiere. Perché sì, anche le cose serie possono essere giocose.
Il bungee jumping: da rito religioso a gioco estremo (che in Piemonte si può fare)
L’isola di Pentecoste, nell’oceano Pacifico, è teatro del Gol, un antico rito iniziatico in cui i ragazzi delle comunità del luogo saltano da una struttura in legno legati alle caviglie con rami di vite. Il rituale, che richiede una certa dose di coraggio e spregiudicatezza, segna il passaggio dalla giovinezza all’età adulta e, nelle religioni animiste, è usato per propiziarsi un buon raccolto.
Proprio dal Gol ha origine il bungee jumping, che a partire dagli Anni ’80 del Novecento viene praticato in tutto il mondo. Era il primo aprile 1979 quando alcuni studenti di Oxford, appassionati di attività estreme, e uno scalatore saltarono da un ponte di Bristol con una corda elastica. Furono subito arrestati, ma contravvenire alla legge non li fece smettere. Si spostarono in Nord America e saltarono anche dal Golden Gate di San Francisco e dal Royal George nell’omonimo parco del Colorado.
Il Colossus Bridge che collega i paesini di Veglio e Mosso, in provincia di Biella, è il luogo da cui si buttano migliaia di appassionati di bungee jumping. Nato nel 1995, è il primo centro del genere in Italia e tra i primi in Europa, considerando che il primato appartiene alla Francia, dove Yves Sorba, un appassionato di esperienze estreme che gestisce anche il centro di Veglio, ne aprì uno nel 1987. Il ponte è lungo 350 metri e, nel suo punto massimo, è alto 152 metri.
Adrenalina ed emozioni forti spingono a saltare da un ponte, ma va da sé che la sicurezza è essenziale: del resto, si stima che vengano effettuati circa 800mila lanci all’anno in tutto il mondo. Ci si butta con un’imbracatura opportunamente omologata e usata, di solito, dagli alpinisti. L’attrezzatura del bungee comprende specifici gambali e le corde elastiche. La società che ha in gestione il centro di Veglio si è specializzata anche nella produzione delle funi, la cui resistenza viene testata nei laboratori del Politecnico di Torino. La fase più delicata è il controllo dell’equipaggiamento: da questo punto di vista, essenziali sono il cross-check (controllo incrociato) dell’imbracatura da parte di più addetti alla sicurezza e la turnazione periodica tra di loro, per evitare che stanchezza e affaticamento li rendano poco vigili.