Nel giornalismo, il tema della prossimità va di pari passo con quello del senso della misura. Bisogna imparare a maneggiarla, affinché tendersi verso le cose, fino ad approssimarvisi, non ci esponga al rischio di confonderci con ciò che trattiamo. Per quanto una punta di soggettività si affacci sempre quando raccontiamo, non siamo noi il centro della notizia. Ma è il modo in cui impariamo a gravitare lucidamente attorno ad essa a renderci la voce più affidabile e degna di attenzione.
“Malaerba”, quando il teatro dialoga con la periferia
A Barriera di Milano c’è un teatro che ancora non si vede. Ha trovato spazio in un vecchio basso di duecento metri quadri, una volta adibito a carrozzeria, che negli ultimi anni era caduto in uno stato di completo abbandono. Dove prima si riparavano automobili, oggi si sperimenta un teatro in stretto dialogo il quartiere. La compagnia che qui ha deciso di stabilirsi si chiama Anomalia, ed è una realtà indipendente nata a Torino nel 2016 da un gruppo di ex studenti dell’Atelier Teatro Fisico Philip Radice: “Il teatro è uno dei pochi mezzi che ci sono rimasti per imparare a comunicare e a collaborare”, ci dice Marco Girardello, attore e vicepresidente della compagnia. Chiama “Operazione kamikaze” l’idea, avuta ormai un anno fa, di prendere in affitto gli spazi della ex carrozzeria e creare il laboratorio Malaerba: “Per noi era importante individuare e trovare un luogo che ci facesse da sede, ospitando i nostri corsi e le nostre iniziative. Spostarci ci ha permesso di entrare in dialogo con il quartiere”, continua Girardello. Secondo Anomalia servono circa 10mila euro per rimettere a nuovo l’ex carrozzeria. Le operazioni di ristrutturazione sono in corso grazie all’apertura di una campagna di crowdfunding, che punta a rendere Malaerba adatto a ospitare eventi aperti al pubblico. Nel mentre, lo spazio continua a funzionare ospitando workshop teatrali, lezioni di yoga e tante iniziative legate a temi sociali e di attualità.
Malaerba è l’ultimo dei numerosi esempi di teatro a servizio del territorio nati a Torino. La città ne ha rappresentato un esempio in Italia sin dagli anni Sessanta, quando il Teatro Stabile creò un progetto denominato “Il teatro nello spazio degli scontri”, portato avanti da Giuliano Scabia. “Fu in quel momento che nacque l’idea di teatro oltre lo spettacolo, e cioè di un qualcosa capace di mettere in relazione le persone”, afferma il regista e drammaturgo Gabriele Vacis. Dopo lo Stabile arrivarono altre esperienze, come quella compagnia Stalker delle Officine Caos alle Vallette, che da quarant’anni utilizza il teatro e l’arte contemporanea come chiave per affrontare i bisogni delle periferie costruendo “dispositivi di relazione”, strumenti a chi le abita per recuperare momenti di socialità.
La storia di Malaerba è anche un podcast. Si chiama “Quinte di periferia” e racconta come, negli anni, siano state tante le esperienze di teatro a servizio della comunità che hanno interessato le periferie di Torino.