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Tommaso Ebhardt racconta Leonardo Del Vecchio: “Conta quello che si fa, non quello che si dice”

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“Del Vecchio è una persona schiva e timida che non ha mai pensato di raccontare la sua storia. Non è nel suo carattere farlo. La difficoltà di questo libro è stata raccontare la storia di un uomo che non si vuole raccontare”. Al Salone Internazionale del Libro di Torino 2022 Tommaso Ebhardt – giornalista di Bloomberg – presenta “Leonardo Del Vecchio”, biografia dell’imprenditore italiano pubblicata a maggio da Sperling & Kupfer.

Del Vecchio, nato a Milano nel 1935, è il fondatore di Luxottica e presidente esecutivo di EssilorLuxottica, la più grande holding produttrice di occhiali e lenti a livello mondiale. Secondo Forbes, il suo patrimonio si aggira intorno ai 27 miliardi di euro.

L’epigrafe riportata all’inizio del libro di Ebhardt è “Conta quello che si fa, non che si dice”. Si tratta di una citazione di Cesare Pavese e racchiude perfettamente l’essenza della vita di quello che è stato probabilmente il più grande imprenditore italiano del Novecento. Un uomo che, nonostante il successo, si è sempre tenuto a debita distanza dai riflettori del mondo mediatico.

“Del Vecchio è timido e schivo e il modo per difendere la sua privacy è essere burbero con le persone che vengono da fuori – spiega Ebhardt -. Ci sono pochissime sue foto e dei suoi figli nessuna. È una famiglia che è sempre stata al di fuori dei radar.

Facendo il giornalista finanziario conoscevo la storia di Del Vecchio ma non così bene. L’ho trovata incredibile e mi è sembrato strano che nessuno la conoscesse. Ha seguito poche e semplici regole con le quali è arrivato a essere il più ricco in Italia. Ha idee molto più semplici di quanto si possa pensare: ha capito che poteva fare gli occhiali bene e meglio degli altri ed è quello che ha fatto.

La generazione di Del Vecchio è quella di Silvio Berlusconi, Giorgio Armani e Luciano Benetton: è la generazione dei grandi capitani d’impresa. Venivano da esperienze molto umili e avevano voglia di arrivare a realizzare il proprio sogno imprenditoriale. Hanno avuto la fortuna del boom economico ma inizialmente il loro è stato un bisogno primario: non patire la fame e fare qualcosa di personale. Del Vecchio ha 86 anni ma continua a parlare di futuro: questa generazione non si può fermare e non si fermerà mai”.

Di seguito l’intervista completa:

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