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Just the woman I am corre anche per la pace in Ucraina

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“L’università è il luogo del dialogo, della ragione. Ci stiamo adoperando per ospitare le colleghe e i colleghi vittime del conflitto e vi invitiamo ad aderire a un atto di protesta pacifica”. La conferenza stampa per la nona edizione di Just the woman I am, a Torino dal 4 al 6 marzo, parte con un messaggio di pace e cooperazione delle due prorettrici dell’Università, Giulia Carluccio, e del Politecnico di Torino, Laura Montanaro. 

Non poteva essere altrimenti: la manifestazione per la ricerca e la prevenzione delle malattie oncologiche si fonda su valori di inclusione, solidarietà e pace. Valori che da sempre sono veicolati dallo sport, che non è “solo salute, ma anche libertà” come ricorda  l’assessore Andrea Tronzano, intervenuto in rappresentanza della regione Piemonte. 

Dal 2014 sono stati compiuti 6 milioni di passi, dagli oltre 100mila partecipanti alla corsa di 5km. Quest’anno si aggiungeranno i passi di altre 16mila persone, che correranno – o cammineranno – a Torino e in tutta Italia. Sarà possibile come nel 2021, infatti, participare alla manifestazione anche in modalità “virtual”, scegliendo in autonomia il percorso e l’orario della propria 5km personalizzata. La partenza, per chi parteciperà in presenza, invece, sarà domenica 6 marzo alle 16 da piazza San Carlo.

La corsa sarà solo il culmine di una tre giorni di eventi, dal 4 al 6 marzo sempre in piazza San Carlo: incontri di sensibilizzazione, seminari informativi, stand delle associazioni. Non solo, sarà possibile anche effettuare visite di prevenzione: saranno disponibile una decina di test diversi, grazie al patrocinio dell’Asl Città di Torino.

I fondi raccolti dall’adesione alla manifestazione saranno investiti in assegni di ricerca, che riguarderanno non solo l’aspetto medico delle malattie oncologiche. Sia l’Università che il Politecnico di Torino hanno individuato altri due macrotemi di ricerca, dove verranno investiti gli assegni: la vita e il benessere al di fuori dal quadro clinico delle pazienti con tumore alla mammella, da un lato; la riduzione del gender gap nelle discipline stem, con l’obiettivo di rendere le giovani donne protagoniste dell’evoluzione delle pratiche ingegneristiche per la cura delle patologie femminili, dall’altro.

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