Dalla Finlandia all’Italia, per sostenere le startup che usano la tecnologia a servizio dell’educazione. Il nuovo acceleratore europeo NextEdu trova sede a Torino, grazie alla collaborazione tra xEdu, acceleratore finlandese, Ogr Tech e Fondazione Sviluppo e Crescita Crt. È stato presentato in città il 16 febbraio, data in cui si è aperta anche la call per presentare i progetti. Per i potenziali imprenditori, c’è tempo per candidarsi fino al 18 marzo.
Il settore di riferimento è quello dell’EdTech, che unisce appunto le tecnologie avanzate ai processi di apprendimento ed educativi. “È un settore che ha grandi potenzialità, i fondi di investimento e i governi di diversi Paesi stanno indirizzando lì miliardi di dollari. Le startup in questo ambito avranno un ruolo cruciale per la formazione di lavoratori altamente qualificati” ha detto alla conferenza di presentazione Massimo Lapucci, Segretario generale di Fondazione Crt.
Molte professioni del futuro, spiega, “Oggi ancora non esistono. Per questo abbiamo bisogno di modelli educativi che permettano di sviluppare competenze digitali avanzate e complesse abilità di risoluzione dei problemi”. La pandemia, poi, ha evidenziato il ruolo cruciale proprio di questo settore: “Durante i lockdown abbiamo sperimentato nuovi metodi di apprendimento a distanza, con l’uso di tecnologie specifiche, e questo ha evidenziato il gap che esiste tra Paesi”.
Un gap che riguarda anche l’Italia, soprattutto sul fronte dei capitali investiti nel settore. Antti Korhonen, ceo di Xedu, lo sottolinea: “Lo scorso anno i Paesi nordici hanno potuto disporre di 140 milioni di euro di investimenti nel settore edtech. In Italia, che ha il doppio degli abitanti, gli investimenti sono stati di 25 milioni. Questo significa che c’è la possibilità di decuplicare il capitale nel mercato italiano”. Il programma NextEdu utilizzerà proprio la metodologia di xEdu, che è oggi uno dei principali acceleratori europei nel settore EdTech, con alcune differenze: “usciremo di più sul territorio, ad esempio alcuni workshop si svolgeranno nella regione del Barolo” conclude Korhonen.
Da Torino sono già partite negli scorsi anni esperienze di successo. È il caso di Edoardo Montenegro, nato e cresciuto a Torino: “Dopo un’esperienza professionale nel settore bancario, ho deciso di seguire il mio sogno – racconta l’imprenditore – volevo aiutare le persone a leggere di più. Abbiamo creato un progetto culturale che ha partecipato al programma di accelerazione finlandese xEdu”. L’Italia ha bisogno di fare ancora strada, spiega Montenegro, “durante la pandemia l’uso degli strumenti tecnologici è stato in parte fallimentare, i mezzi non erano pensati appositamente per l’educazione. La tecnologia può invece potenziare il sistema educativo, esserne alleato, senza mai sostituire la pedagogia”.