Centoventi anni fa Carlo Levi nasceva a Torino. Autore di Cristo si è fermato a Eboli, pittore e medico, antifascista, è ricordato nel mese di febbraio in città con diverse iniziative.
“Viaggio in Italia: luoghi e volti”, le opere di Levi in mostra alla Galleria di arte moderna
Trenta dipinti realizzati da Carlo Levi tra il 1923 e il 1973 ripercorrono l’esistenza dell’artista e le sue geografie, tra il nord e il sud Italia. Autoritratti, ritratti di famiglia e di altri intellettuali e lettura del paesaggio sono i principali focus della mostra “Viaggio in Italia: luoghi e volti”, alla Gam di Torino, con spazi curati da Elena Lowenthal e Luca Beatrice. “La commozione è tanta – ha detto la Lowenthal durante la presentazione dell’esposizione, il 9 febbraio – Ritrovare Carlo Levi è ritrovare tutto quello che ci manca. Per l’occasione il territorio ha saputo fare rete”. La mostra si può visitare sino all’8 maggio.
Ma chi era Carlo Levi? “È stato un pittore di grande valore, un medico, un giornalista, un uomo politico, un’intellettuale decisamente al centro del dibattito nell’Italia del Novecento. Tutti lo conosciamo per Cristo si è fermato a Eboli, ma ci sono altri suoi libri che andrebbero ripresi, come l’L’orologio. Nelle sue pagine Levi parla della situazione politica del nostro Paese, con le sue grandi aspettative e speranze” spiega Luca Beatrice, co-curatore della mostra. Per quanto riguarda la figura del pittore, “Carlo è stato capace di lavorare sulla figurazione, scegliendo una strada alternativa rispetto ai percorsi più battuti del Novecento. È una figura da conoscere e interpretare soprattutto alla luce di quel ruolo che gli intellettuali avevano nell’Italia di allora”. Proprio in questo senso, Levi fa riflettere sul nostro tempo: “In un momento in cui la cultura viaggia per compartimenti stagni, Levi mostra un’Italia in cui essere intellettuali significava poter dire la propria. Gli intellettuali intervenivano sulle cose” sottolinea Beatrice.
Anche il rapporto con Torino è particolare: “Levi era stato mandato al confino lontano dalla sua città, in un’esperienza tragica ma anche umanamente molto forte. Poi si sposta a Parigi, come quasi tutti gli intellettuali dell’epoca, e in seguito sta molto a Roma – continua Beatrice – Levi ha più notorietà fuori da Torino, che in città. Il valore della mostra è anche dare una giusta collocazione alla sua storia intellettuale, artistica e umana”.
La mostra alla Gam è realizzata in collaborazione con il Circolo dei Lettori e si inserisce in un più ampio percorso per rileggere la figura di Levi. La complessità dell’artista è approfondita nel percorso “Tutta la vita è lontano“, che prevede incontri, lezioni, dialoghi, mostre e proiezioni a Torino durante tutto il mese di febbraio.