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Giornata della Memoria a Torino: la città ricorda le vittime dell’Olocausto

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Non c’è presente senza passato. Non c’è futuro senza memoria di chi, con la vita, ha pagato il prezzo di essere umano. A Torino, la Giornata della Memoria serve a onorare le vittime della deportazione nazista e a istillare nei giovani la coscienza di un eccidio senza tempo e senza senso. Conoscere, capire e ricordare sono le armi per continuare a camminare su un sentiero di speranza e giustizia.


La situazione pandemica e le disposizioni in materia di contagi hanno impedito anche quest’anno l’organizzazione di eventi che avrebbero previsto un’ampia partecipazione. In mattinata al Cimitero Monumentale, nel Campo della Gloria, luogo di sepoltura partigiani, la commemorazione ufficiale e l’omaggio alle vittime della Shoah ha coinvolto le autorità civili e militari: presenti il sindaco Stefano Lo Russo, l’assessore ai Servizi Cimiteriali Chiara Foglietta, il Prefetto, il Questore e i consiglieri regionali Mauro Salizzoni e Andrea Tronzano. Insieme con i parenti delle vittime anche l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) rappresentata da Nino Boeti. La cerimonia, molto contenuta per le misure anti-Covid19, si è svolta senza il rituale corteo. Il diacono della diocesi torinese Marco Allara ha benedetto la teca con le ceneri di deportati politici di Auschwitz e il cippo dei degli internati militari. A seguire, il Rabbino della Comunità Ebraica cittadina ha rivolto una preghiera davanti alla lapide – nel sesto campo israelitico – dei 422 ebrei torinesi deportati nei campi di concentramento e mai più tornati.


Alle 11.30, nella Sala Rossa del Palazzo di Città, è in programma la cerimonia ufficiale per la commemorazione delle vittime dell’Olocausto, in diretta streaming sul sito del Comune di Torino.
“Il ricordo dello sterminio – ha detto Fabio Levi, presidente del Centro internazionale di studi “Primo Levi”, durante la cerimonia – ci ispira un sentimento di solidarietà con i più deboli senza confini di tempo. A legittimare la nostra doverosa attenzione per le tragedie non è solo la gravità estrema del male di allora, ma la capacità di commisurare gli eventi con i vizi di forma e le anomalie che segnano la condizione umana nel tempo. L’uso disinvolto delle parole tende, a volte, a cristallizzare il passato e sbiadire il ricordo. L’eccezionale portata di quanto accaduto ci spinge oggi a cercare un punto fermo, con la modestia di chi si avventura in un terreno molto difficile da decifrare”.

Sui social, personalità del mondo della politica, dello sport e della cultura torinese e piemontese hanno ricordato il massacro degli ebrei nei campi di concentramento. Un filo di memoria per legarsi contro le discriminazioni del passato e del futuro.

In Rete, il progetto di social reading dell’associazione Twletteratura – inserito all’interno del programma delle commemorazioni del Giorno della Memoria della Città di Torino, stilato dagli enti partner del Polo del ‘900 – ha fatto (ri)scoprire l’importanza di sentirsi comunità consapevole anche a distanza. Attraverso l’app Betwyll, i lettori del Web hanno commentato il discorso che la senatrice Liliana Segre ha tenuto al Parlamento Europeo il 29 gennaio 2020, in occasione del 75° anniversario della liberazione di Auschwitz, e le parole in proposito di David Sassoli, recentemente scomparso.

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