La sintesi è una virtù rara, specie se associata al mondo accademico. Un motivo in più per allacciare il sapere con la praticità della comunicazione giornalistica, specie se si vuole riportare le scienze sociali al centro della politica.
È l’ambizioso obiettivo fissato nelle lezioni di Antropologia della comunicazione all’Università di Torino. Il corso non vuole tuttavia parlare solo agli studenti. Il progetto, tenuto professor Adriano Favole, desidera uscire dal seminato degli addetti ai lavori, per raccogliere le domande da mondi esterni al proprio.
Settori come il giornalismo, spesso tenuto spiegare i risultati del mondo scientifico, come descrive Antonio Carioti, giornalista del Corriere della Sera, intervenuto per raccontare il caso de La Lettura. “Il nostro inserto è nato in parte anche sulla crisi vissuta dalla carta stampata. Fattori come l’avvento del digitale e l’offerta televisiva hanno contribuito in parte ai cali delle vendite dei quotidiani. Da una tiratura di 492mila copie, nel corso degli anni il Corriere è calato a 151mila copie vendute, che arrivano a 230mila se si includono le copie digitali”.
Un periodo di appannamento in cui prima Ferruccio De Bortoli, poi l’attuale direttore Luciano Fontana, decisero di scommettere sulle pagine della Lettura. L’idea, come descrive Carioti, era di esplorare i mondi che non trovavano spazio nel quotidiano. A cominciare dall’antropologia, per arrivare alla geopolitica, per dare risalti, meno approfonditi fino a quel punto, sulla politica internazionale.
Investimento che secondo Carioti ha pagato, costituendo un nuovo elemento di approfondimento del quotidiano. “C’è stato periodo in cui si sono toccate le 90mila copie, per poi assestarsi intorno alle 50/60mila. Credo inoltre che si tratti di un pubblico diverso da quello solito del Corriere, data la diversa offerta che presentiamo con, ad esempio, le graphic novel di due pagine che ospitiamo ogni volta. Penso che il nostro sforzo sia stato anche oltre il lettore tradizionale del Corriere. Capita che chi compri La Lettura non sia infatti interessato ad acquistare il resto del quotidiano”.
Non solo una opportunità per descrivere un caso di comunicazione, ma anche una occasione per provare a mettere in pratica quanto appreso, come racconta Beatrice Bordignon, studentessa del corso. “Abbiamo affrontato il tema analizzando tutte le forme di comunicazione e scrittura, come possono essere podcast, fumetti e illustrazioni. Ci siamo soffermati modalità di comunicazione come i festival culturali, per cui abbiamo riscontrato una richiesta attiva da parte del pubblico. L’incontro di oggi è stata l’occasione per toccare con mano quanto appreso nella pratica. È stato utile soprattutto a livello di prospettive future, dato che studiare all’università a volte risulta distante rispetto al mondo del lavoro”.