A Torino e negli altri 32 comuni dell’agglomerato urbano scatta lo stop alla circolazione delle auto diesel fino a euro 5 e dei mezzi commerciali fino a euro 4: da domani fino a mercoledì 15 dicembre, quando l’Arpa verificherà i dati e certificherà la possibilità di rientrare nella normalità. Il primo stop della stagione invernale 2021/2022 arriva in ritardo rispetto allo scorso anno, perché finora un novembre piovoso aveva allontanato il problema. Ma dopo una settimana di bel tempo, questa mattina la svolta è arrivata sull’onda dei fumi e dell’aumento degli inquinanti legato all’incendio della Demap di Beinasco.
Domenica 12 dicembre nel pomeriggio, infatti, una colonna di fumo nero ha oscurato il cielo su Torino. La nube tossica proveniva dallo stabilimento dell’azienda Demap, impianto di 800 metri quadri adibito allo smaltimento di rifiuti plastici, situato in via Aosta 16 nel comune di Beinasco, nella cintura ovest di Torino. Lo stabile ha preso fuoco verso le 15.30 di ieri. Le fiamme si sono propagate anche nel vicino capannone della Vercarmodel, chiuso da un anno per fallimento della ditta. Non è ancora chiara la dinamica esatta dell’accaduto, né dove si sia originato esattamente il principio di incendio. Le cause del disastro di indagine da parte degli inquirenti. Sul posto sono intervenute le squadre della Protezione civile, Vigili del fuoco e del nucleo Nucleo biologico chimico radiologico (Nbcr), che sono riuscite a domare il rogo in tarda serata.
Incendio Beinasco: dati dell’Arpa Piemonte
Secondo le rilevazioni dei tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa), diffuse alle 7.30 di questa mattina, i fumi dell’incendio dello stabilimento Demap hanno provocato il rilascio dell’aria di diossine inquinanti cov (composti organici volatili) di un livello di concentrazione più che doppie rispetto al normale: in particolare, 265 ppb (parti per bilione) nella zona dell’incendio, 230 ppb all’asilo Garelli, 220 ppb nel centro di Beinasco, 301 ppb nell’area piazza Vittorio Veneto dello stesso comune, 234 nei pressi del centro commerciale “Le Fornaci”. Queste le zone dove le autorità di monitoraggio hanno svolto le rilevazioni “L’ innalzamento dei fumi e il loro confinamento negli strati superiori dell’atmosfera ha iniziato a cedere nella tarda serata”, ha spiegato l’Arpa all’Ansa. In tarda mattinata la situazione è apparsa migliorata: i dati della concentrazione di diossine nell’aria sono tornati a livelli compresi tra i 100 e i 120 ppb, poco oltre i valori di fondo. In ogni caso i controlli dei tecnici sono ancora in corso e continueranno finché non saranno definitivamente concluse le operazioni di spegnimento dell’incendio. “Non uscite di casa” è stato il monito del sindaco di Beinasco, che ha ordinato la chiusura per la giornata di oggi della scuola elementare “Aldo Mei”, della materna “Gianni Rodari” e dell’asilo nido “Franco Garelli”. Inoltre, le autorità raccomandano ai residenti delle zone interessate dai fumi tossici di tenere chiuse le finestre e uscire muniti di mascherina FFP2 fino ad allarme rientrato.
“A Torino numero preoccupante di incidenti” l’intervento del presidente di “Torino Respira”
“Non rimane che aspettare che le nubi tossiche si dissolvano”, afferma a Futura News Roberto Mezzalama, già presidente del comitato cittadino “Torino Respira” ed esperto di tematiche ambientali. “Il problema però sta a monte, perché a Torino gli incidenti nei depositi di rifiuti si verificano troppo frequentemente”, spiega sempre Mezzalama, che aggiunge: “il problema che bisogna porre all’attenzione è quello dei controlli sulla sicurezza di questi luoghi. Basti pensare che appena due mesi fa, sempre a Torino, c’era già stato un incendio in un deposito di smaltimento di rifiuti elettronici”, in riferimento all’incidente dello stabilimento torinese della Transistor dello scorso 8 ottobre. “Non dimentichiamo che quello dello smaltimento dei rifiuti è un settore spesso esposto alle frodi e alla criminalità, che speculano a danno della sicurezza. Le autorità devono sempre tenere alta l’attenzione”, conclude Mezzalama.