Anticipare i bisogni dei cittadini e tutelarne i dati. La sfida della pubblica amministrazione 4.0 è tutta digitale. “Le tecnologie sembrano efficienti e produttive, ma ci rendono inconsapevolmente più vulnerabili”, ha detto questa mattina la presidente del CSI Piemonte, Letizia Maria Ferraris, durante il convegno “Cittadini nel paese delle meraviglie” svolto presso la Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino.
Un incontro formativo e informativo che pone il cittadino al centro della rivoluzione digitale che investe la pubblica amministrazione “perché – ha spiegato Ferraris – dietro l’identità digitale c’è l’essere umano”. Per questo, è necessario diffondere una cultura digitale a tutti i livelli: un obiettivo che vede in prima fila proprio il CSI Piemonte. “Bisogna dare il giusto apporto – ha aggiunto la presidente – alla competenza, alla formazione e alla conoscenza delle tecnologie e dei suoi risvolti, a volte catastrofici, che ne possono conseguire”. Si parte dalla tutela dei dati e dalla necessità di mettere in sicurezza i cittadini offrendo loro servizi digitali di facile utilizzo, efficaci e soprattutto sicuri.
I cittadini, motore del cambiamento della pubblica amministrazione
“La maggior parte delle volte la pubblica amministrazione e la tecnologia parlano di se stesse”, ha spiegato Fulvio Corno, Presidente Comitato Tecnico Scientifico CSI Piemonte. E invece, questo è il momento di porre al centro del dibattito i cittadini. “Stiamo digitalizzando la pubblica amministrazione, ma i processi e le persone sono in grado di essere digitalizzate?”, il quesito posto da Corno. Il CSI lavora a questo percorso e lo fa proponendo un’inversione di prospettiva in cui la p.a. assume un ruolo proattivo, ascoltando i cittadini e anticipandone i bisogni. La ricetta proposta dal professor Corno è partire dal cittadino-utente: “Per gestire la complessità dei servizi non si può centralizzare tutto, ma allo stesso tempo bisogna evitare l’eccessiva frammentazione dei servizi: il cittadino deve sapere a quale sito accedere per i suoi bisogni”.
È l’approccio del cosiddetto citizen journey che a Torino coinvolge tanto il CSI, quanto l’amministrazione: “Sono tantissime le sfide che ci attendono – ha detto Chiara Foglietta, assessora alla Transizione digitale e tecnologica – Dal Pnrr, alla sicurezza dei cittadini e delle cittadine: abbiamo il compito di costruire un futuro più accessibile, ma anche di ricordare che ogni click deriva dallo sforzo immenso del lavoro del CSI Piemonte e della macchina comunale”. Il riferimento è ai primi traguardi raggiunti dalla p.a.: dal portale di TorinoFacile, passando per quello di PiemonteTU della Regione Piemonte, fino al sito Il Piemonte ti vaccina.
Ma digitalizzare significa anche semplificare l’informazione rivolta al cittadino: “La pubblica amministrazione ha fatto tantissimi passi in avanti, ma deve semplificare la sua informazione con i cittadini”, ha detto Gianluca Diegoli, professore di Marketing e Multicanalità presso l’Università IULM di Milano. “La p.a. ricorre ancora agli acronimi che non tutti conoscono – ha spiegato – Si potrebbe, invece, scrivere meno e realizzare più video, perché il video è universale e usa un linguaggio capace di raggiungere molte più persone”.
L’intelligenza artificiale nella p.a.
Portare l’intelligenza artificiale a più persone possibile: l’innovazione della pubblica amministrazione, passa anche da qui. “Si tratta di tecnologie che già ci stanno cambiando la vita”, ha fatto notare Emanuela Girardi, fondatrice e presidente dell’associazione Pop AI: “Adesso – ha aggiunto – è necessario farne conoscere tutti i benefici e anche i rischi”. Per questo, diventa cruciale l’educazione: “Queste tecnologie non ci rimpiazzeranno, ma saranno fondamentali per i lavori del futuro. Ma sarà necessario apprendere nuove competenze che ancora non abbiamo”.
L’intelligenza artificiale serve anche ad accrescere la competenza delle persone e ad accorciare le distanze, come insegna il suo impiego nella medicina: “Oggi i sistemi di intelligenza artificiale ristretta sanno fare molto bene alcuni compiti, anche meglio degli esseri umani, ad esempio nella medicina – ha spiegato Girardi – La capacità tipica degli esseri umani di generalizzare le proprie competenze, invece, è ancora distante dall’intelligenza artificiale”. Sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale si discute in Europa, perseguendo un modello di I.A. che sia affidabile: “Questo vuol dire che le tecnologie devono rispettare le leggi europee, essere antropocentriche mettendo al centro i diritti fondamentali dell’uomo ed essere robuste e sicure, anche rispetto alla protezione dei dati condivisi dai cittadini”.
Orientare i cittadini nella tecnologia
Portare al centro le persone significa soprattutto rendere le persone consapevoli. “Il tema non è più tanto ridurre gli ostacoli di accesso alla tecnologia”, ha spiegato Michele Visciòla, presidente di Experientia srl. “La sfida di oggi – invece – è creare le condizioni per orientare il cittadino nella tecnologia”, tenendo conto della differenza di maturità e di comprensione che caratterizza i cittadini per offrire loro un servizio personalizzato. “Andiamo in questa direzione”, ha aggiunto Visciòla. Per farlo, non ci sarà più bisogno di grandi database, ma basterà costruire servizi tecnologici sulla base dell’identità digitale di ognuno: “Scompariranno i cookie e i big data”, la previsione di Visciòla.
E poi “c’è bisogno di fare un percorso che riguarda tutto il Paese sul fronte delle competenze digitali, uno dei punti deboli in Italia”, il monito di Luciano Fasano, Professore di Teoria e metodi di ricerca per le pubbliche amministrazioni Università degli Studi di Milano. E questo non vale solo per i dipendenti, ma anche per i cittadini: “Nella pubblica amministrazione bisogna anche lavorare sulla fascia di età media dei dipendenti, superiore ai 50 anni”. È il turnover tanto atteso che aprirebbe le porte della p.a. anche ai più giovani, pronti alle sfide digitali che attendono il Paese.