L’Agenzia Italiana del Farmaco dà il via libera alle vaccinazioni under 12, ma i genitori reagiscono in ordine sparso. Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 1° dicembre, si è deciso che anche i bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni potranno sottoporsi alla somministrazione delle due dosi di Pfizer, il cui quantitativo pro capite sarà inferiore a quello impiegato per gli adulti. La decisione era attesa e nell’aria da diversi giorni, e ratifica quanto precedentemente espresso dall’Ema. Nessun obbligo però: i bambini e le bambine che si vaccineranno non saranno nemmeno vincolati all’acquisizione del Green pass. Questo probabilmente per alimentare un clima di dialogo in cui la ratio dietro l’adesione sia la libera scelta delle famiglie.
Ma cosa ne pensano le persone comuni? Nonostante i dati dimostrino come i benefici superino ampiamente i possibili svantaggi o le controindicazioni, la preoccupazione (legittimamente) cresce quando in gioco entra la sicurezza dei più piccoli.
Ieri mattina, dialogando con le persone in Piazza Castello, abbiamo potuto capire che il parere della maggioranza è favorevole, ma restano alcune perplessità. Tornano argomenti già sentiti come “il vaccino sperimentale” e gli “effetti a lungo termine” ignoti. Sono in particolare i più anziani a dirsi favorevoli: “bisogna credere nella scienza – afferma un signore da poco uscito dall’edicola -. Problemi non ce ne sono. I bambini vengono vaccinati da quando nascono, quindi non capisco lo scalpore. Anche quando prendiamo l’aspirina, se leggiamo il bugiardino, ci dice che è molto pericolosa, eppure tutti la prendono”.
Due giovani ragazze invece esprimono un certo scetticismo: “Io non metterei a rischio un giovane per un vaccino del quale non si sa nulla. È un prodotto sperimentale, non si sa cosa c’è dentro e soprattutto non si sanno gli effetti a lungo andare. Non rischierei per un bambino così piccolo di iniettare qualcosa del genere. Io in primis non ho fatto il vaccino e non ho intenzione di farlo”.
Questa differenza generazionale potrebbe essere motivata anche da un diverso rapporto con la pratica. Molti anziani oggi ricordano grandi campagne di vaccinazioni di massa, tra cui quella contro il vaiolo negli anni ’50 e ’60, che videro protagonisti proprio i più piccoli, non solo per proteggerli individualmente, ma anche per evitare recrudescenze future in tutta la popolazione. Il fenomeno, come sappiamo, ebbe esito positivo, eradicando la malattia dal nostro Paese.
Le vaccinazioni potranno essere effettuate in qualsiasi hub o in farmacia con l’accompagnamento dei genitori. La campagna si affiancherà a quella per le terze dosi, che insieme costituiranno la grande sfida per questo inverno e da cui dipende la possibilità di scongiurare nuove chiusure per il Natale ormai alle porte.