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Fake news, quanto i giovani piemontesi sanno riconoscerle

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Diffondere il fact-checking come buona pratica all’interno delle redazioni per contrastare le fake news. E perché no, renderla anche un’abitudine per il lettore. Si potrebbe dedurre questo dalla rilevazione condotta tra i 7.421 studenti delle scuole superiori piemontesi che, nella primavera del 2021, hanno aderito al questionario contro la diffusione delle fake news per verificare la loro capacità di riconoscere le notizie false e per favorire lo sviluppo del senso critico, necessario ad orientarsi nel mondo dell’informazione.

Alla domanda “Cosa è importante fare prima di condividere una notizia?”, molti studenti hanno risposto che basta leggerla attentamente. Fare fact-checking è la risposta esatta per il 56% di loro: “È lecito supporre che la dicitura non sia da tutti conosciuta”, si legge nel report presentato oggi a Palazzo Lascaris di Torino. “Distinguere tra notizie corrette e false – ha spiegato Alessandro De Cillis, presidente del Co.Re.Com Piemonte – non è importante solo per la propria coscienza sociale, ma anche per non incorrere in errori che potrebbero avere conseguenze penali”.

I giovani sono in grado di riconoscere le fake news

Quella sul fact-checking è la domanda che registra la percentuale di risposte corrette più bassa tra i 9 quesiti sottoposti agli studenti di licei, istituti tecnici e istituti professionali delle province piemontesi. Nella maggior parte dei casi, invece, i più giovani sono consapevoli del fenomeno e anche in grado di orientarsi. Lo dimostra il fatto che, a sei domande su nove, più del 90% degli studenti abbiano risposto correttamente. Il 96% di loro sa che le fake news sono notizie diffuse con l’intento di manipolare l’opinione pubblica e che a farlo possa essere chiunque, anche un profilo social che seguono. Il 92% è capace di controllare l’autenticità di un’immagine e il 99% la veridicità di una notizia, cercandola su testate e siti autorevoli. Il 91% dei giovanissimi, inoltre, conosce il significato e l’intento dei titoli clickbait costruiti per attirare l’attenzione degli utenti, catturare più click possibile e aumentare così le entrate pubblicitarie dei siti web.

“Siamo circondati da continue informazioni false”, ha osservato Rebecca D’Ascoli, rappresentante d’istituto del Liceo Classico Convitto Nazionale Umberto I. “Questo fenomeno è in crescita – ha aggiunto – ed è molto pericoloso sia per i giovani che per gli adulti, considerando che la maggior parte delle persone si informa utilizzando i canali social. Proprio per questo sarebbe necessario sviluppare uno spirito autocritico per distinguere le notizie corrette da quelle false. E in questo, la scuola ha un ruolo fondamentale”.

Gli influencer, garanzia di affidabilità

Altro dato che merita attenzione si cela dietro il 76% degli studenti che riconoscono che non sempre le raccolte fondi avviate in caso di calamità sono affidabili. Molti giovani, al contrario, reputano sicure queste iniziative se promosse da persone note. “Si registrano giorno per giorno richieste di contributi online e dunque raccolte fondi dalle più disparate motivazioni”, ha detto Pierangela Dagna, dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte.

È il risultato del cosiddetto marketing di influenza: il rischio che le fake news si celino anche dietro i volti che popolano i social network è alto e impone una riflessione anche su quel terreno, quello frequentato proprio dai giovanissimi.

Disinformazione e fake news, i dati

Il questionario, realizzato dal Comitato Regionale per le Comunicazioni del Piemonte (Co.Re.Com Piemonte) e dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, è stato diffuso alle scuole nell’ambito del protocollo d’intesa per l’attuazione di interventi di prevenzione e contrasto del fenomeno del Cyberbullismo siglato nel 2019. “Abbiamo provato ad intercettare le richieste degli studenti e i loro bisogni in rapporto all’utilizzo della rete – ha spiegato Pierangela Dagna – Il questionario è stato utile a capire quali siano gli strumenti in loro possesso contro le fake news”. I dati raccolti coinvolgono oltre 7mila studenti, con picchi di partecipazione nelle scuole della provincia di Cuneo, Alessandria, Torino e Asti. Nel 47% dei casi si tratta di studenti liceali, seguiti dal 32% di frequentanti Istituti tecnici e dal 20% di Istituti professionali.

“Lo sviluppo di un senso critico è l’obiettivo che volevamo raggiungere, è l’arma principale che le nuove generazioni hanno per combattere il fenomeno delle fake news. Siamo soddisfatti anche se il lavoro non è affatto concluso” ha concluso Gianluca Martino Nargiso, vicepresidente Corecom.

Il Report su disinformazione e fake news tra gli studenti piemontesi by C. Giuseppe Pastore on Scribd

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