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Maturità 2019, le novità tra dubbi e sorprese

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Sono più di 500 mila gli studenti che in questi giorni stanno affrontando la maturità. Sono nati nel 2000 e sono i primi ad affrontare il nuovo esame di Stato. Le novità per la prova più temuta dai giovani sono state introdotte dalla legge 107, conosciuta come “Buona Scuola”.

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Gli studenti che si ritrovano fuori da scuola dopo le prove non sono apparsi preoccupati da queste novità, ma aspettano con sorpresa il momento dell’esame orale: il più temuto in passato, il più misterioso in questo anno scolastico. Le indicazioni definitive sullo svolgimento del colloquio sono infatti arrivate nel mese di maggio, cogliendo alunni e insegnanti alla sprovvista.

“L’orale è la sfida vera, nessuno sa come sarà”, Simon Vial è il presidente della Consulta provinciale degli studenti di Torino e ha svolto ieri, giovedì 20 giugno, la seconda prova nel suo liceo scientifico. “Questa maturità non mi sembra molto complessa – racconta Simon -, ma ci siamo anadati tutti allo sbaraglio. Il momento della busta durante l’orale sembra un tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Sarà un momento di improvvisazione, sembrerà di essere in un talk show. È positivo che ci sia uno spazio riservato al tema della cittadinanza, ma è anche una contraddizione, perché noi non la studiamo più in classe”.

L’esame orale genera perplessità anche tra gli insegnanti, come Marina Macchioni, professoressa di latino e greco al Liceo Alfieri: “Avremmo avuto bisogno di più tempo per preparare i ragazzi a questa prova, e anche per prepararci noi stessi”. Le criticità del corpo docente riguardano più le tempistiche che il contenuto. “Ho trovato le nuove prove molto belle – commenta Macchioni -, come la presenza di latino e greco nella seconda prova, o il colloquio con un approccio più trasversale sulle materie. Sono belle novità, ma serviva più tempo. I ragazzi rischiano di essere penalizzati”.

È un giudizio diviso tra pro e contro anche quello del professor Tommaso De Luca, dirigente scolastico dell’IIS Avogadro di Torino: “Ci sono molti aspetti positivi, come il maggiore peso ai crediti nel curriculum di ogni studente o la seconda prova declinata in senso multidisciplinare. La scomparsa della terza prova è sicuramente positiva per gli studenti perché era quella che abbassava il voto”. Ma anche per De Luca sull’orale prevalgono i dubbi: “Francamente mi sembra molto impegnativo per la commissione: se ne poteva fare a meno. Credo che il Ministero debba normare il necessario, dopodiché lasciare che siano gli esperti di didattica a fare il resto. Un professore sa benissimo come tenere un colloquio. È una prova inutilmente complicata”.

 

ROBERTA LANCELLOTTI