La limitazione del gioco pubblico non ha portato gli effetti sperati, anzi, è sfociata in una crescita dell’illegalità. È quanto emerge dalla ricerca sul gioco pubblico e le dipendenze in Italia e in Piemonte presentato dall’Eurispes, Istituto di ricerca degli italiani, nel capoluogo piemontese oggi 7 maggio, con l’intervento del coordinatore della ricerca Antonio Baldazzi e il procuratore capo di Brindisi e presidente dell’Osservatorio permanente Gioco Legalità e Patologie dell’Eurispes Antonio De Donno.
“Il Piemonte non è un’isola, ma nel mare agitato del gioco d’azzardo pubblico o illegale, è giusto segnalare la specificità della zona piemontese”, ha detto Baldazzi, a pochi giorni – la scadenza è il 20 maggio – dalla piena applicazione della legge regionale 9/2016. Il testo di legge è stato varato nel maggio 2016, ma, a differenza di altre Regioni, che hanno modificato le loro norme procrastinando l’entrata in vigore del cosiddetto “distanziometro”, il Piemonte ha tenuto il punto.
Finora l’applicazione della prima parte della legge piemontese ha prodotto il taglio dell’80% di videolottery e slot, 2 miliardi in meno di euro giocati, una riduzione di 5200 posti di lavoro e 220 milioni di euro in meno nelle casse dello Stato. Tuttavia, secondo il rapporto dell’Eurispes, nonostante la diminuzione dell’offerta legale di apparecchi da gioco pari al 52% attraverso la compressione degli orari di gioco e applicazione del distanziometro, i volumi dei gioco dei cittadini sono aumentati.
Secondo il coordinatore del rapporto, infatti, i dati del rapporto evidenziano come l’utilizzo del distanziometro non allontani dal luogo di gioco i giocatori patologici. L’11% dei giocatori problematici preferisce, infatti, giocare in luoghi lontani da casa, per evitare di essere riconosciuto. “La legge è stata fatta per diminuire il rischio di diffusione patologica verso il gioco d’azzardo, eppure succede il contrario. Chi ha una dipendenza preferisce nascondersi dai conoscenti, o mantenere la propria privacy mentre gioca. In molte circostanze, inoltre, i giocatori possono giocare solo nella fascia oraria dalle 20 alle 24, che è la fascia più a rischio.” riferisce Baldazzi.
“Così facendo rischiamo di spalancare le porte alla criminalità organizzata e al gioco illegale”, ha sottolineato il procuratore capo di Brindisi Antonio De Donno, secondo cui “sarebbe fondamentale creare una campagna di dissuasione dal gioco: i soggetti patologici devono essere istruiti ed allontanati dal gioco d’azzardo”. In alcuni Paesi stranieri, ha detto ancora De Donno, “è stata introdotta una tessera per fare sì che il giocatore problematico venga schedato in modo da non consentirgli più l’accesso ai punti gioco.”