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Sgombero ex-asilo: assemblea dei centri sociali al Campus Einaudi

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Il mondo dei centri sociali si è dato appuntamento all’Università. A parlare c’è una ragazza giovane ma il microfono in sala non funziona, così prende il megafono e inizia con quello. Un esordio che provoca la simpatia delle 400 persone che riempiono l’aula magna del Campus Einaudi dell’Università di Torino. Si apre così l’assemblea pubblica ‘Cosa succede in città’, che si è svolta lunedì 25 febbraio, a venti giorni dallo sgombero dell’ex asilo di via Alessandria.

Seduti, in piedi, sulle scale ci sono attivisti dei centri sociali torinesi, anarchici dell’ex asilo, professori di Unito, ricercatori, studenti e insegnanti.

Tra loro c’è anche Jacopo Bindi. Jacopo è uno dei cinque ragazzi per cui la Procura di Torino ha chiesto la sorveglianza speciale e che attendono il 25 marzo per l’udienza definitiva. L’accusa mossa ai cinque giovani è quella di essere soggetti pericolosi per essere andati in Siria, nel Rojava, a combattere al fianco delle milizie curde contro l’Isis. “Salvini fa propaganda sui terroristi – racconta Jacopo – ma non ha mai mosso un dito contro l’Isis vero e proprio”. Jacopo viene salutato con un forte applauso, ma i temi dell’assemblea sono altri. Sicurezza, militarizzazione, gentrificazione. Sono queste le parole chiave ricorrenti, le ossessioni da combattere.

Le voci dal palco si alternano spontaneamente, come davanti a un megafono, ma con un microfono questa volta. L’obiettivo dell’assemblea è il confronto, prendere coscienza della vicinanza tra le varie realtà sociali della città: non mancano gli appelli ad unirsi per andare ad occupare altri luoghi e liberarli dalla deriva securitaria. “Siamo qui per conoscerci, parlarci e cospirare insieme contro la gentrificazione e la militarizzazione” invita animatamente un giovane. “Siamo uniti da un grande negativo -continua un altro- non ci rappresenta nessuno”. 

Una rappresentanza mancata dunque. C’è però chi ammette di aver visto nel Movimento Cinque Stelle un punto di riferimento e ha contribuito alla vittoria della giunta Appendino nella corsa alle Comunali. “L’attuale Sindaca si è fatta eleggere con un programma con l’urbanistica come primo punto” racconta un attivista del centro sociale Gabrio “è chiaro che chi è andato al potere non ha nessuna intenzione di cambiare il modo in cui la città è stata gestita finora”. L’appello allora è quello di riappropriarsi di quel vuoto di rappresentanza, negando la fiducia di appena tre anni fa data al M5S.

Prende parola anche un’anarchica dell’ex-asilo (e alla parola ‘anarchica’ scatta subito l’applauso dell’aula), che si scaglia contro le forze dell’ordine che hanno sgomberato l’edificio occupato e che da venti giorni presidiano il quartiere: “Oggi la guerra quotidiana ha la faccia della Polizia, è la faccia dello Stato che si presenta in ogni occasione critica”.

A chiudere l’assemblea sono i docenti dell’Università di Torino Giovanni Semi e Paolo Maida, tra gli organizzatori del confronto pubblico. Per i professori l’obiettivo è stato raggiunto: riportare sul tavolo della discussione il tema del diritto alla città e all’abitare. Lanciare un segnale alla cittadinanza ma soprattutto all’Università. La critica lanciata infatti è quella di indifferenza e disinteresse del mondo accademico rispetto alle questioni sollevate dallo sgombero dell’ex-asilo.

ROBERTA LANCELLOTTI

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