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Elezione dei Presidenti di Camera e Senato: una guida

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Venerdì 23 inizierà ufficialmente la XVIII legislatura. Neoeletti e veterani di Camera e Senato varcheranno le soglie delle aule parlamentari. Il primo passo da compiere sarà l’elezione dei presidenti delle rispettive Camere. Per raggiungere i voti necessari, le forze politiche dovranno trovare un accordo. Né la coalizione di centrodestra né il Movimento 5 Stelle hanno infatti i seggi sufficienti per agire da soli. L’intesa che si dovrà trovare potrebbe essere un banco di prova per la formazione della nuova maggioranza di governo.

Come si elegge il Presidente della Camera?

E’ la votazione con la maggioranza più alta da conquistare. La seduta per l’elezione, che inizierà venerdì 23 alle 11 a Palazzo Montecitorio, sarà presieduta da Roberto Giachetti in quanto vicepresidente più anziano della scorsa legislatura. Secondo il regolamento della Camera, nel primo scrutinio sarà necessario per i candidati raggiungere il quorum dei 2/3 dei membri (420 deputati su 630). Se non si arriverà a questa soglia, si procederà a un secondo, ed eventualmente a un terzo scrutinio. In entrambi sarà sufficiente raggiungere il quorum dei 2/3 dei votanti, comprese le schede bianche che verranno conteggiate. In caso di fumata nera, si procederà ad altre votazioni finché uno dei candidati non conquisterà la maggioranza assoluta dei voti dei presenti. Può essere eletto presidente solo un membro della Camera e il voto è a scrutinio segreto. Il favorito nell’elezioni di domani sembrerebbe il pentastellato Roberto Fico, eletto deputato già nella scorsa legislatura.

E il Presidente del Senato?

Anche a Palazzo Madama le votazioni inizieranno venerdì alle 10 e 30. A presiedere la seduta sarà il senatore a vita Giorgio Napolitano, il più anziano della scorsa legislatura. Il voto è segreto. Nel primo scrutinio e nel secondo, se necessario, bisognerà ottenere la maggioranza assoluta dei voti, ovvero 161 su 320 componenti (315 più 5 senatori a vita). Se nessuno dei candidati verrà eletto, il giorno successivo si procederà a una terza votazione che prevede il quorum della maggioranza assoluta dei presenti, schede bianche comprese. Alla quarta votazione si procederà invece al ballottaggio, un meccanismo che rende dunque più rapidi i tempi al Senato che alla Camera. I due candidati che avranno ottenuto più voti si sfideranno per raggiungere la maggioranza relativa. Ovvero il maggior numero di voti. Il regolamento del Senato assicura così che alla quarta votazione si arrivi all’elezione del presidente. In corsa ci sarebbe il candidato della coalizione di centrodestra Paolo Romani a cui però si sono opposti i Cinquestelle.

 

La scelta di quorum elevati per l’elezione dei presidenti delle Camere è motivata dal ruolo super partes che entrambi svolgono durante la legislatura dovendo garantire il corretto svolgimento dei lavori parlamentari e il rispetto del confronto tra maggioranza e opposizione. L’intento è dunque di eleggere una figura politica che abbia un ampio consenso.

LUCREZIA CLEMENTE