Torino è la città del barocco, dell’arte contemporanea e del buon cibo. Il Piemonte è la terza regione del paese per presenza di musei e possiede un bene culturale italiano su dieci. Sulla cultura scientifica, però, c’è ancora tanto da fare. Con l’incontro “Città della cultura, leva di sviluppo” del ciclo “UniTo Spazio Pubblico”, l’Università di Torino ha offerto un’occasione di confronto alle istituzioni che investono in cultura e promuovono le attività culturali.
“Un concerto di iniziative” tra Università, Città di Torino e Regione Piemonte per “recuperare fiducia nella conoscenza, oggi minacciata da battaglie di opinione”, questa è stata la proposta di Sergio Scamuzzi. “Dopo la trasformazione da città-fabbrica a città della cultura, Torino deve cambiare ancora e diventare città della cultura scientifica” ha detto il Vice-Rettore per la comunicazione. La strada è lunga ma il presupposto è chiaro: “chi si lamenta deve anche offrire soluzioni”.
All’estero hanno puntato sugli interventi dei privati, ma prima di seguire questo modello “bisogna tenere presente che ci sono regimi fiscali differenti” ha avvisato Antonella Parigi, assessora alla cultura e turismo della Regione Piemonte. “Per coinvolgere i privati si deve anche restituire loro qualcosa e soprattutto adattare il sistema fiscale” ha proseguito. Con 27,4 milioni di euro ottenuti, il Piemonte è stata la terza regione ad aver tratto maggior beneficio da Art Bonus, il sistema di incentivi fiscali a sostegno del mecenatismo culturale privato. “Un passo in avanti” per l’assessora “ma non è sufficiente”.
I privati, però, non devono sostituirsi alle istituzioni: “La cultura è un aspetto del welfare, una scelta politica della nostra civiltà. Bisogna riformare la spesa pubblica e non abdicare. Deve essere la nostra scommessa”. Un progetto ambizioso, considerato che, a detta della stessa Parigi, oggi spendere e investire è diventato difficile. “Non è questione di disponibilità di risorse pubbliche ma di capacità di spesa”, ha spiegato, “I tempi si sono dilatati: abbiamo investito 130 milioni ma siamo riusciti a spenderne pochissimi”.
Per Francesca Leon, assessora alla cultura della Città di Torino, bisogna anzitutto ricollegare un’offerta frammentata e poi mettere insieme cultura umanistica e cultura scientifica. “Le visite ai poli scientifici rappresentano il 2,8% del totale degli ingressi ai musei ma questo non vuol dire che non ci sia richiesta” ha precisato. L’assessora concorda con Scamuzzi: perchè le cose cambino “Università, ricerca scientifica e divulgazione devono lavorare a stretto contatto”, in uno sforzo collettivo che coinvolga istituzioni e società civile.
La collaborazione si è dimostrata un modello vincente con il Salone Internazionale del Libro, come ha ammesso il direttore Nicola Lagioia, ricordando un “successo reso possibile solo grazie al gioco di squadra tra le istituzioni della città”.