Mussolini torna a Roma nel film con Frank Matano: i fascisti esultano, ma non vanno al cinema

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Paolo si considera fortunato: “Non sono una di quelle persone che si offendono quando gli toccano il ‘santino’”. Ecco perché, spiega, andrà a vedere “Sono tornato”, il film che racconta una clamorosa ricomparsa di Mussolini nell’Italia contemporanea. È giovedì, i cinema hanno aggiornato il cartellone, e all’esterno del Reposi, in via XX Settembre, e del Greenwich, in via Po, a Torino, gli spettatori vanno e vengono. Tra loro, chi venera il “santino” non c’è. Andrea, ad esempio, si limita a una provocazione via Facebook e sulla pagina ufficiale del film commenta: “Volesse il cielo che “lui” tornasse…allora ci sarebbe un altro mondo, un’altra Italia…si gloria al duce”.

Il film di Luca Miniero, con l’ex youtuber Frank Matano e Massimo Popolizio nei panni di Mussolini, è dal primo febbraio nelle sale. Ispirato a “Lui è tornato”, pellicola tedesca sulla miracolosa ricomparsa di Hitler, ne segue da vicino l’esempio. Mussolini piomba nella Roma del 2017, restando esterrefatto dal progresso e dallo spirito di una città molto cambiata dagli anni Venti. Quando incrocia la strada di un giornalista interessato a girare un documentario su di lui, il film evolve, trasformandosi in una candid camera sulle nostalgie fasciste degli italiani. Scrive Repubblica, che lo ha visto in anteprima, “c’è chi si fa i selfie, chi fa il saluto fascista, chi si dimentica di parlare con un attore e si comporta come se avesse davanti Mussolini in persona”.

Secondo il regista, il film dimostra che “gli italiani non hanno mai fatto i conti con il dittatore”. E lo dimostra anche la cascata di commenti sui social. A Mastria “un film che prende per i fondelli il duce” non piace. Chissà se cambierebbe idea se sapesse che Alessandra Mussolini l’ha visto e ci si è pure divertita. “Sono Tornato” arriva in sala nel pieno della campagna elettorale, ma non sembra aver scosso più di tanto l’arena politica. Miniero non ha adottato un approccio ideologico nei confronti di un personaggio che “è già stato giudicato dalla Storia”. Eppure, dopo una rapida ricognizione dei sentimenti degli spettatori, sembra che il suo film sia rimasto vittima dei pregiudizi e delle contrapposizioni politiche fuori dal Palazzo.

Chi andrà a vederlo nutre già un sentimento antifascista. Sarebbe bene che lui tornasse davvero? Alberto, che ha già il biglietto in mano, non ha dubbi: “Assolutamente no”, risponde secco. Giulia addirittura non immagina ci siano persone “davvero interessata al ritorno di un totalitarismo”. Basterebbe farle leggere i commenti di Vincenzo, Christian, Marco o Manuela, che al paventato ritorno del dittatore reagiscono tutti allo stesso modo: “Magari!”. L’opinione sui social è, diciamo, più nostalgica. E tra chi scongiura (“Adesso che sei tornato non te ne andare!) o chi provoca (con un “viva benito” scritto interamente in maiuscoletto) uno come Paolo, che, in attesa di entrare al Reposi, dice “non ha fatto nulla di buono, nulla”, proprio non ce lo vedi.

GIUSEPPE GIORDANO