“Gianni Agnelli amava il futuro”. È questa la frase che accoglie chi entra in via Giacosa 38 nella storica villa della famiglia più importante di Torino e sede della Fondazione Agnelli, che oggi compie cinquant’anni.
A festeggiare mezzo secolo di vita di una delle più prestigiose istituzioni cittadine, nella mattinata di oggi, 15 giugno, erano presenti il vicepresidente John Elkann, il direttore Andrea Gavosto, l’architetto Carlo Ratti e Davide Dattoli di Talent Garden Italia.
Quello di oggi non è soltanto un compleanno da festeggiare, ma soprattutto l’occasione per presentare i nuovi progetti, a cominciare dalla sede, nuova e avveniristica, progettata da Carlo Ratti. Via Giacosa, a partire da oggi, diventerà infatti un centro di sperimentazione sul modo di lavorare nel futuro. “Non è fantascienza. Dobbiamo abituarci a pensare che è il mondo in cui abiteranno i nostri figli” dicono i ragazzi che lavorano in questi spazi.
L’Internet of things, l’Internet delle cose, ha permesso a questa sede di presentarsi come uno spazio in grado di adattarsi alle esigenze degli utenti. La temperatura, la regolazione della luce… grazie alla collaborazione con Siemens, tutto sarà tarato automaticamente secondo i gusti di quelli che abitano questo spazio.
Per esempio, se una persona è freddolosa, i sensori automatici, una volta rilevata la sua presenza in una stanza, si attiveranno in modo da garantirle la temperatura desiderata, così come la luce che preferisce. I sensori, che seguono le persone facendo trovare loro in ogni momento la temperatura ideale, possono aprire e chiudere le porte, prenotare sale riunioni. La Fondazione è il primo edificio al mondo capace di gestirsi e ottimizzarsi autonomamente.
“Se il lavoro è digitale, perché ogni mattina dobbiamo svegliarci per andare in ufficio?”. Per questa domanda Carlo Ratti ha una risposta ben precisa: i luoghi in cui passiamo le nostre giornate devono essere belli da vedere, confortevoli, pieni di verde intorno. Perché quindi non lavorare in giardino? La fondazione, circondata da prati e ortensie, al suo interno ha palestre, luoghi di relax, opere d’arte contemporanea come “La congiuntura del tempo” di Olafur Eliasson, erba (sintetica) e tetti “che si aprono al cielo”.
La nuova sede, ha una superficie di 6.500 metri quadrati e ha richiesto un investimento di circa sei milioni di euro. Una cifra molto alta, ma secondo Elkann in questo caso i numeri significano poco : “Non è importante quanto investi, ma come investi. E io mi sento di dire che qui abbiamo investito bene”, sorride il vicepresidente rispondendo ai giornalisti. Tra i partner della Fondazione ci sono il Politecnico di Torino, la Lavazza, il Cern di Ginevra, Google, l’Istituto italiano di Tecnologia e molti altri partner.
Da oggi in poi il palazzo sarà occupato per tremila metri quadrati da uno spazio dedicato al co-working affidato a Talent Garden (Tag), la piattaforma europea che raggruppa le migliori promesse del digitale. Tag, che si è trasferito proprio oggi in via Giacosa, ha creato uno spazio di lavoro aperto al pubblico. Per adesso, negli uffici del secondo piano, tutti rigorosamente open space o quasi con vetri trasparenti per lavorare meglio insieme, c’è Foodora, la startup che porta il cibo a domicilio.
“Mi piace pensare – dice Davide Dattoli di Tag – che sia lo spazio ad adattarsi all’uomo e non viceversa come è sempre successo fino ad adesso”.
In mezzo alle cyclette, cuscini su cui riposare la mente, lampadine di design sulle pareti si possono leggere frasi di Mark Zuckerberg, Steve Jobs (Steve Jobs che è anche la password per il wifi) o di Thomas Edison. Una in particolare recita così: “Non mi scoraggio perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo avanti”.
Tutti questi spazi ultramoderni ci sono anche laboratori didattici innovativi che si avvalgono della presenza di robot educativi e.Do, progettati da Comau per proporre nuovi metodi di insegnamento.
“Qui nasceranno idee e progetti originali, continuando una storia di successo che abbiamo cominciato nel 1966”. ha dichiarato la presidente della Fondazione Maria Sole Agnelli. La cultura, l’educazione e le scuole sono sempre stati i temi principali di questo istituto di ricerca, che nel 2008 ha deciso di concentrare il proprio impegno nell’istruzione, per formare ed educare coloro che diventeranno i cittadini di domani.
Tra le iniziative promosse, il direttore Andrea Gavosto cita Eduscopio, i progetti di inclusione e anche “Torino fa scuola“ che si propone di ristrutturare edifici scolastici grazie alla collaborazione con la Compagnia di San Paolo.
Attraverso un sito internet lanciato nella mattina, ilfuturoè.it, Bebe Voi, Jovanotti, Mario Calabresi, Carlo Ancelotti rispondono alle domande su come sarà il nostro mondo tra cinquant’anni. Carlo Ratti consiglia però di non prevedere il futuro, ma piuttosto di provvedere a crearlo.
Anche John Elkann dice di amare il futuro; oggi, in via Giacosa 38, erano tutti ottimisti.