Al Salone del Libro di Torino, tre studenti (due ragazze e un ragazzo, nessuno dei quali piemontesi) legati al mondo antagonista dei centri sociali torinesi, ha contestato il ministro dell’Interno Marco Minniti, attaccando l’ultimo decreto sicurezza del governo Gentiloni e, in generale, le politiche sull’immigrazione del Partito Democratico. Nonostante Minniti sembrasse inizialmente pronto al dialogo, le forze dell’ordine li hanno portato fuori dalla Sala Rossa.
Una ragazza viene trascinata fuori dopo aver contestato il ministro #Minniti, all’inizio dell’incontro con @Maumol #SalTo30 #Futura pic.twitter.com/zVIEyq8Ofc
— Emanuele Granelli (@ema_granelli) 21 maggio 2017
Durante la presentazione del nuovo libro del direttore de La Stampa Maurizio Molinari “Il ritorno delle tribù“, il ministro dell’Interno ha ribadito la necessaria collaborazione con i sindaci e i poteri locali di qualsiasi colore politico per rafforzare la sicurezza. A questo proposito, “il blitz alla Stazione di Milano andava fatto, è stata un’idea giusta portata avanti in collaborazione con il sindaco Sala”. Minniti spende anche belle parole sulla manifestazione pro-integrazione di ieri a Milano: “È la dimostrazione che sicurezza e accoglienza sono due facce della stessa medaglia. Perché ieri non ero presente? Un ministro dell’Interno non partecipa a manifestazioni, ma si adopera affinché vadano bene”.
Rapporto con i poteri locali che sarà decisivo anche per stabilizzare la situazione libica: “È necessario un dialogo tra gli interlocutori del paese, da est a ovest, da Serraj a Haftar. Non bastano buoni rapporti diplomatici, ma dobbiamo riunire le diverse tribù insieme e dialogare con loro, perché sono la sovranità popolare e senza di essa potrà mai esserci una vera stabilità politica”.
EMANUELE GRANELLI