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Le nuove forme del potere. Roberto Saviano incanta il Teatro Regio

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“Torino è la più grande città del sud Italia, per questo mi sento a casa”. Comincia con una battuta Roberto Saviano, giornalista e scrittore che domenica ha concluso il festival Biennale Democrazia col suo intervento intitolato “il racconto del potere”. Dal palco del Teatro Regio, pieno in ogni ordine di posto, l’autore di Gomorra ha analizzato la parola “potere” in tutte le sue declinazioni. “Bisogna andare a fondo, senza accontentarsi del primo livello di conoscenza”, e per farlo si è servito di alcuni esempi più o meno noti.
Si è partiti da Napoli, con le sue periferie e il suo tessuto sociale, per raccontare come il potere sia strettamente correlato al concetto di forza, di branco. Saviano mostra dei video caricati su youtube, proiettati sul maxischermo. Nel primo si vede Enzo Dong, rapper napoletano autore di “Higuain”, brano da oltre 6 milioni di visualizzazioni che nel ritornello recita “mi diverto solo se a morire è un Higuain”. El Pipita – che, ironia della sorte, in quel momento veniva subissato di fischi a 900 km di distanza – è utilizzato come emblema dell’infame, traditore da disprezzare. La cultura rap, con i suoi testi caustici, si fa portatrice di messaggi del genere. In altri video viene mostrato sempre Enzo Dong inneggiare all’Isis, con bandiere nere sventolate tra le vele di Scampia. Tutto è utile a descrivere le sfumature del potere. Dal calcio, al terrorismo, alla criminalità organizzata, il messaggio è sempre lo stesso: prendere una posizione e farti valere fino alla morte; solo così puoi essere considerato “uomo forte”. Ed è proprio in riferimento all’uomo forte che emergono nuovi modelli, come il milionario statunitense Dan Bilzerian che fino a qualche anno fa sarebbe stato considerato ridicolo. Fenomeno social con 21 milioni di follower su Instagram, Bilzerian passa la vita a farsi fotografare contornato da belle donne, ostentando lusso e armi da fuoco. Un personaggio divenuto un modello soprattutto tra i giovanissimi, perché più sensibili dunque influenzabili. È nei loro confronti che la nostra società deve porre un’attenzione maggiore. Altri esempi di forza li ritroviamo in politica, coi vari Donald Trump e Marine Le Pen, portatori di ideologie nazionaliste che promettono potere in cambio di voti. Anche costoro diventano modelli, imitati o detestati.
Quindi non esiste via d’uscita? Dopo un’ora e un quarto di monologo è lo stesso Saviano a sdrammatizzare, rendendosi conto dello sconforto che si è impossessato della platea. “Non bisogna confortare gli afflitti – dice ironico – ma affliggere i confortati”. Al netto delle battute, l’incontro si conclude con le parole di chi, col potere, non c’entrava nulla e per questo ha pagato con la vita. Quel don Peppe Diana, ucciso dalla camorra 25 anni fa nella sua Casal Di Principe. Lo scrittore campano si congeda prendendo in prestito una frase del sacerdote, suo conterraneo. L’unica cosa da fare per ribellarsi al potere, dice in chiusura dell’evento, sono le parole: “Difendete le vostre parole e difenderete la vostra libertà”.

PASQUALE MASSIMO