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Biennale Democrazia rappresenta l’emergenza tra arte e spettacolo

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L’emergenza declinata in arte tra documentari, film, mostre e coreografie. Questa edizione di Biennale Democrazia racconta anche con gli spettacoli la realtà delle particolari condizioni dell’uomo costretto a vivere nella povertà e il suo tentativo di uscirne in modi più o meno leciti, dovendo così affrontare le sue paure più profonde.

Il 29 marzo alle 21 l’Orchestra di piazza Vittorio presenta il tema delle migrazioni in chiave leggera con il concerto scenico “Il giro del mondo in 80 minuti”, raccontando un viaggio nell’umanità oltre che sulla superficie terrestre.

Tema che da lieve si fa sempre più drammatico con il ciclo “Memorie emergenti”, da giovedì a domenica alla Film Commission Piemonte che mostra sia i luoghi segnati da guerre, bombardamenti, barbarie sia le odierne sistemazioni dei migranti. Documentari, film e mostre raccontano la necessità di cambiare le situazioni “normalizzate” e il diritto alla
speranza anche nell’abbandonare la propria terra, affrontando le realtà dei Paesi d’arrivo. Ed ecco che si vivono nuove condizioni di povertà tra baraccopoli e banlieues relativamente vicine come Calais e Parigi o realmente vicine come la stazione di Porta Venezia a Milano e il campo Platz sul fiume Stura a Torino.

Condizioni che spesso portano i più giovani tra i migranti a raggrupparsi per farsi forza e a superare il limite della legalità, formando nuove gang in territori stranieri. Giovedì 30 alla Scuola Holden un’immersione nella recente realtà criminale importata nelle città europee, vista nella sua complessità attraverso gli occhi dei protagonisti. In programma il docu-film “Buscando Respeto”, il web documentario “Vidas de vidrio” e la mostra “Gangcity” sull’evoluzione delle città.

Si va dalle emergenze reali a quelle immaginarie e pop, fondate sulla paura profonda dell’uomo di perdere la sua anima e trasformarsi in una “creatura della catastrofe”, rimanendo sola carne: gli zombie. Il professore esperto di miti Peppino Ortoleva, il critico Steve Della Casa e il regista horror Dario Argento sabato 1 aprile al Teatro Regio esplorano la storia cinematografica della figura più drammatica per l’uomo con la proiezione dei film cult accompagnati dalla colonna sonora di Claudio Simonetti e i suoi Goblin.

La chiusura è affidata a un percorso coreografico itinerante in chiave biblica, “Altissima povertà” di Virgilio Sieni a Palazzo Civico. Una metafora del cammino degli uomini che provano a uscire dalle situazioni di emergenza dando vita ad una comunità del gesto, indagando le fragilità dei corpi e i motivi figurativi, anatomici, umani.

Musica, fotografia, arti visive e danza: Biennale Democrazia insegna che si può comunicare e raccontare l’emergenza anche oltre i dibattiti politici.

ARMANDO TORRO

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