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Ieri Reinhold Messner al Cinema Massimo: l’Endurance, la spedizione più epica

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«La persona dell’Endurance che ammiro di più non è Ernest Shackleton ma Frank Wild, il suo secondo». Così, ieri sera, al Cinema Massimo, Reinhold Messner ha aperto il lungo racconto della spedizione che ha tentato l’esplorazione del Polo Sud tra il 1914 e il 1917. Lo spettacolo “Wild!”, organizzato da Cinemambiente e Circolo dei Lettori, ha fatto il tutto esaurito: centinaia di persone hanno ascoltato quasi in religioso silenzio il Re degli Ottomila raccontare della «più epica impresa della moderna esplorazione» con l’ausilio di foto e video d’epoca.

Con un lungo e interessante periplo delle spedizioni precedenti, Messner racconta della partenza della nave Endurance con 23 coraggiosi capitanati da Ernest Shackleton nell’agosto 1914. Poi l’arrivo in Antartide nel gennaio 1915 e il blocco nel pack  del Polo nello stesso mese, la lunga attesa con la nave incagliata e l’ordine di abbandonarla e tornare indietro. Dopo mesi sul ghiaccio, nell’ottobre 1915 la marcia a piedi dell’Antartico e poi la traversata del Mare di Weddel verso la remota isola Elephant, dove Shackleton abbandona per un mese i suoi compagni attraversando l’Oceano fino all’isola South Georgia, 1500km in barca nell’inverno artico per cercare aiuto.

Una missione fallimentare ma gloriosa, di cui Messner dà merito tanto a Shackleton quanto a Wild, l’unico capace di non far cedere alla disperazione gli uomini della missione. «A -40° la vita non scorre», dice lo scalatore italiano: senza la tenacia mentale e fisica di Frank Wild, cui lo spettacolo è dedicato, 22 uomini non sarebbero sopravvissuti a più di due anni in quell’«inferno di ghiaccio, sicuramente peggiore di quello di Dante»

MARTINA PAGANI