Sta crescendo pericolosamente la tensione fra India e Pakistan. Islamabad ha annunciato stamattina di aver abbattuto due jet indiani entrati nel perimetro aereo e di aver catturato uno dei piloti in risposta all’incursione, sempre di oggi, condotta da jet pachistani nello spazio aereo indiano. Una risposta, quest’ultima, all’attacco condotto ieri da New Delhi contro «accampamenti di estremisti» in Pakistan.
Italia. Via libera del Senato al Decretone, il provvedimento che comprende Quota 100 sulle pensioni e il Reddito di cittadinanza: 149 voti favorevoli, 110 no e quattro astenuti. Ora il provvedimento passa alla Camera, ma la tensione è esplosa più volte durante la seduta, con tanto di interruzione dei lavori da parte della presidente Maria Casellati.
Intanto tiene banco il caso della parlamentare del Movimento 5 Stelle Giulia Sarti, che si è dimessa da presidente della Commissione Giustizia e si è autosospesa dal suo partito. La decisione dopo che la procura di Rimini ha archiviato la sua denuncia contro l’ex compagno. Sarti aveva attribuito all’uomo la responsabilità dell’annullamento dei bonifici fatti al fondo per il sostegno alle Pmi previsto per i parlamentari 5 Stelle.
Il giorno del vertice tra il presidente Usa Donald Trump e il collega nordcoreano Kim Jong-un è arrivato. Stasera i due leader avranno un incontro di circa due ore. Il presidente americano ha aperto la possibilità di un trattato di pace, suggerendo al corrispettivo nordcoreano di seguire l’esempio Vietnam: Sta prosperando come pochi luoghi al mondo, ha twittato.
l cardinale George Pell, condannato per abusi sessuali su minori, è stato condotto nel carcere di Melbourne, dove trascorrerà la sua prima notte in cella. L’ex numero tre del Vaticano è stato riconosciuto colpevole di pedofilia. Il giudice Peter Kidd del tribunale di Victoria ha revocato il provvedimento di libertà provvisoria concesso a Pell al termine di una breve udienza.
Negli Stati Uniti, la Camera ha votato contro l’emergenza nazionale dichiarata da Trump per ottenere i fondi da destinare al muro con il Messico senza l’approvazione del Congresso. La votazione si è conclusa con 245 contro e 182 a favore: adesso la palla passa al Senato, dove 3 rappresentanti hanno già espresso pubblicamente il proprio supporto a Trump.