La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Il 14 marzo festeggia il pi greco insieme ad Einstein

condividi

Oggi è il 140° compleanno di Einstein e anche la giornata mondiale dedicata al suo collega pi greco – anche conosciuto come 3,14 – più vecchio di circa 4000 anni.

Ma che cos’è il pi greco? “É un numero ingombrante, da sempre e per sempre presente nelle nostre giornate. Un numero multimessaggero: razionale (impropriamente definitivo irrazionale e addirittura trascendente per l’illimitato numero dei suoi decimali) che ci da l’idea della complessità dell’Universo ma anche del suo intrinseco ordine” sottolinea Pietro Greco autore di Storia di Pi greco ed ex direttore del Master post-laurea in Comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste.

“Per via del mio cognome, questo simpatico numero e simbolo si è fatto sentire nella mia vita fin da bambino, quando venivo chiamato 3,14” scherza lo studioso. “Pi greco dà l’idea delle regole della natura ma anche della loro attuale indecifrabilità – continua -. Per gli esperti è un numero importante, soprattutto dal punto di vista storico, perché ci ha fornito l’idea di limite. Viene usato anche dagli informatici applicati per misurare i ‘muscoli’ del computer, cioè la loro capacità di gestire una grande quantità di cifre. Per i non addetti ai lavori, invece, pi greco è importante perché è presente in tutta la struttura del mondo naturale, anche se non è così facile percepirlo”.

Il Pi greco è una costante matematica, numero che ha un valore definito esattamente e non determinato a priori. Il simbolo – che deriva dal greco περίμετρος (ovvero perimetro) –  è anche l’iniziale di Pitagora: venne usato per la prima volta nel 1706 dal matematico inglese William Jones nel testo A New Introduction to Mathematics. La storia del Pi greco è però ben più lunga: fu Babilonia a dargli i natali, circa 4.000 anni. Venne poi impiegato e interpretato anche da Egizi, Cinesi e Greci.  Nel corso dei secoli, via via sempre più matematici si dedicarono al fatidico numero, da Newton, che calcolò le prime 16 cifre decimali, ai supercomputer, che sono arrivati – pare – a calcolare 5 mila miliardi di numeri – senza peraltro arrivare alla fine.

Pi greco è anche “un numero fondamentale quanto particolare, con svariate identità analitiche, ridefinibile in molti modi” sottolinea Anna Maria Fino, professoressa ordinaria di geometria presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino.

“Attraversa tutto il mondo culturale, non solo quello matematico ma anche musicale (la pop star Kate Bush ne ha cantato, nel suo album Aerial, le prime cento cifre), cinematografico (π – Il teorema del delirio, film thriller del 1998) e letterario (Wislawa Szymborska, poetessa polacca premio Nobel per la letteratura gli ha dedicato una poesia)” prosegue la studiosa.

“É un numero che esiste in natura, nell’aerodinamica, nell’equazione di Einstein sulla relatività generale. Dal punto di vista geometrico è essenziale perché definisce il rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro. Resta un numero su cui si è scritto tanto, anche sui molti aneddoti che lo circondano: dall’Indiana proviene un disegno di legge proprio su di lui” ricorda la matematica. Si tratta del Progetto di legge n° 246 del 1897 dell’Assemblea generale dell’Indiana, proposto dal matematico dilettante Edwin J. Goodwin: uno dei più famosi tentativi di stabilire la verità scientifica per legge.

RICCARDO LIGUORI

Articoli Correlati