Una storia lunga 115 anni fatta di vittorie, leggenda e dolore.
Iniziata il 3 dicembre 1906, al Caffè Norman di via Pietro Micca, nel centro storico della città, dove alcuni dissidenti scissionisti della Juventus decisero di fondare il Torino. Meno ricca e meno vincente dei cugini (nonché primi avversari) cittadini ma ancora oggi presente e seguita nel capoluogo piemontese, nonostante l’ultimo trofeo sia datato 1993 – la Coppa Italia vinta nella doppia finale contro la Roma – e le ultime stagioni siano state più deludenti che altro.
Gli eventi
Le celebrazioni per il compleanno del Toro sono iniziate già ieri allo stadio nella sfida casalinga pareggiata contro l’Empoli che ha chiuso la sedicesima giornata di serie A. Sugli spalti, oltre ai tifosi che hanno sfruttato gli sconti offerti dalla società per l’acquisto dei biglietti, c’erano anche i tesserati del settore giovanile. In campo, invece, i giocatori hanno indossato una maglia celebrativa totalmente granata con il torello in bella vista sul petto.
Nella serata di oggi la festa si sposterà al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata di Grugliasco, che da 13 anni custodisce i cimeli della gloriosa storia torinista. Nella cornice di Villa Claretta, alle 21 verrà svelata la Hall of Fame Granata 2021, riservata ai personaggi che si sono distinti per l’attaccamento ai valori del Toro e che quest’anno registra l’ingresso di Giancarlo Bonetto, Angelo Cereser e Gianni Bui. A questi ultimi due, ex giocatori del Torino tra gli anni 60 e 70, è dedicata la mostra “Quando lo sport diventa arte. La carriera di Angelo Cereser, l’arte di Gianni Bui”, che verrà inaugurata questa sera e sarà visitabile fino al 27 febbraio 2022. I quadri di Bui e le maglie di Cereser arricchiranno la collezione di reperti del Museo, da oggi visitabile anche in Rete nel tour online realizzato dai volontari dell’Associazione Memoria Storica Granata con oltre 120 fotografie.
Domenica pomeriggio, invece, spazio alla manifestazione organizzata da diverse anime del tifo granata: dalle 15, torinisti di tutte le età si ritroveranno davanti all’ingresso principale dello stadio Filadelfia (sull’omonima via) per celebrare i 115 anni del Torino e cantare la propria fede. Da chi ha avuto il privilegio di veder giocare il Grande Torino a chi ha ancora vivo il ricordo dello scudetto del 1976, fino a chi è cresciuto con gli idoli offerti dall’attualità, Belotti in primis. Tutti con una sciarpa e una maglia da indossare e una bandiera da sventolare. Protagonisti assoluti saranno i più piccoli, che nei giorni scorsi hanno partecipato da tutta Italia al concorso indetto dal Comitato Difesa Toro – promotore dell’iniziativa di domenica – raccontando la propria fede nelle letterine che verranno lette durante la manifestazione. Un dato che, da un lato, conferma come il Torino abbia ancora un certo appeal anche tra i giovanissimi, nonostante negli ultimi anni le delusioni siano state superiori alle gioie e l’ultima vittoria in un derby risalga al 2015, dopo un digiuno durato vent’anni. E che, dall’altro, conforta sul granatismo delle future generazioni.
È sempre derby
A Torino si gioca a Risiko con la fede calcistica. Più granata il centro, dove vivono per lo più torinesi e torinisti autoctoni. Più bianconere le periferie, abitate dai torinesi di seconda generazione, spesso provenienti dal sud, dove la Juve è notoriamente più seguita. Oltre che in campo, in città il derby si infiamma lungo i confini della zona sud: i quartieri Santa Rita e Borgo Filadelfia – dove sorge lo storico stadio in cui il Grande Torino ha scritto la storia del calcio negli anni 40 – sono di matrice torinista; Lingotto e Mirafiori, invece, sono tipicamente juventini. E anche se le stracittadine negli ultimi anni hanno perso di equilibrio e spettacolo, l’identità granata non si è sbiadita. Anzi, chi ha il Toro nel cuore oggi la tirerà a lucido, ancora una volta.
Buon compleanno, Vecchio Cuore Granata!