La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Il futuro di Torino prende forma all’Urban Lab

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È il futuro di Torino che prende forma, quello rappresentato dal nuovo allestimento di Urban Lab, lo spazio affacciato sul monumento al Conte Verde che racconta le trasformazioni della città. Si chiama “Turning Point” e rivela il cambiamento a partire dai dati: numeri, punti, coordinate geografiche che, alla fine, raccontano luoghi, storie e progetti dei quartieri in divenire. 

Ad accogliere i visitatori una nuova grande mappa luminosa a muro mostra il centro storico e le circoscrizioni, i monumenti e i cantieri aperti. A ogni spazio una luce gialla e un qr code che svela lo stato di avanzamento: ci sono le aree a lavori in corso e quelle ancora in attesa di un destino. E soprattutto ci sono i due grandi progetti di trasformazione urbana a cui sono dedicate le successive sale di visita: “Il Valentino e la Cavallerizza Reale – spiega Piero Boccardo, presidente dell’associazione Torino Urban Lab, partecipata di Comune e Compagnia di San Paolo – tasselli fondamentali di rigenerazione del territorio attraverso la valorizzazione del capitale culturale”.

Giulietta Fassino, l’architetta responsabile dei progetti culturali dell’associazione, si muove tra le stanze, mostra le cartografie tattili, accompagnate dalle spiegazioni in braille. Alza la cornetta: attraverso “le linee” installate a muro è possibile ascoltare la voce di progettisti e committenti sulla città che verrà. 

La responsabile dei progetti culturali di Urban Lab Giulietta Fassino e il presidente Piero Boccardo

La cavallerizza reale

È un sogno da 40 mila metri quadrati e 200 milioni di euro, quello della rinascita della Cavalerizza Reale di Torino, compendio storico e barocco affacciato su via Verdi, nel centro storico della città. Una zona di comando militare sabaudo sin dalla metà del Seicento, che già ospita l’aula magna dell’Università degli Studi di Torino. 

Con i maxi progetti in corso, nell’area troveranno spazio anche la nuova sede della Compagnia di San Paolo (all’interno dell’ala Mosca, acquisita proprio dall’ente) e un Polo delle Arti per le professioni del teatro musicale e di prosa, della musica, della composizione e delle arti visive, a cui si dovrebbe unire anche un collegio di merito per gli studenti universitari. Il progetto è ancora in attesa di una cofinanziamento pubblico per avviare l’effettiva realizzazione nelle maniche della corte di Castellamonte. E ancora, una galleria pubblica e nuovi spazi per eventi espositivi e performativi e una struttura ricettiva nell’ex Accademia militare. A completamento dei lavori, il recupero della corte interna con alberature e pavimentazioni coerenti con quelle dei cortili storici torinesi. 

Il Valentino 

Prima di tutto ci si entra con i piedi. Letteralmente. Il pavimento della sala dedicata al progetto di riqualificazione del Valentino riproduce la vista dall’alto sul parco, con il quartiere San Salvario e l’affaccio sul centro. “Qui ci sarà il nuovo attracco”, spiega Fassino, con i piedi ben piantati sull’altra riva del fiume, ricordando come la navigazione, quella che lei chiama “infrastruttura blu”, sarà un asse portate per la rigenerazione della città. 

Un’area verde di 4 ettari, nata negli anni Cinquanta dell’Ottocento per il passeggio e il tempo libero. Sono d’altronde gli anni delle Esposizioni Universali, quando da Londra e Parigi arrivavano le rappresentazione dei grandi parchi delle città. Il Valentino stesso diventa sede di numerose esposizioni. Quella generale italiana del 1884 lascia in eredità il Borgo medievale, segnando un legame con l’architettura mai reciso. Ancor oggi il castello è la sede della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. 

Tra gli interventi attesi con la prossima riqualificazione, il recupero dell’area di Torino Esposizioni, che ospiterà la nuova Biblioteca civica centrale e il Teatro Nuovo, progettato nel 1939 da Ettore Sottsass e oggi sottoposto alla tutela della Soprintendenza. Dovrà diventare un hub delle arti performative per un importo complessivo – tra Teatro e Biblioteca – di 128,7 milioni di euro finanziati dal Pnrr. 

Previsti anche interventi da parte del Politecnico di Torino, che riunirà a Torino Esposizioni la didattica e la ricerca delle aree di Architettura, Pianificazione e Design. 

Altri 13 milioni del Pnrr serviranno invece per la riqualificazione del Parco in sé, dalle sponde del fiume agli alberi, fino agli impianti di irrigazione. Si interverrà inoltre sugli impianti e sugli edifici del Borgo medievale, che in prospettiva dovrebbero condurre anche alla rifunzionalizzazione degli spazi. 

A completare la riqualificazione (con altri 11,5 milioni di euro) sarà il ritorno della navigazione sul Po, dal borgo navale di Moncalieri ai Murazzi, passando per la darsena in sponda destra che diventerà locale per eventi e l’attracco al Valentino. 

Per ora è un racconto che si dispiega tra le sale di Urban Lab: “Il punto di partenza – chiude Giulietta Fassino – di un programma pubblico che nell’autunno, con il coinvolgimento della Scuola Holden, vedrà lo svolgimento di incontri, laboratori e visite ai cantieri, per seguire da vicino il cambiamento della città”.